Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eastwood dirige un western che di western ha solo l'ambientazione, sfruttata per affrontare temi lontani dal western americano e addirittura opposti a quello italiano, dove è cresciuto come attore. La mitologia del genere viene completamente annullata e sostituita da un realismo tragico che prende i toni cupi e riflessivi del noir. Eloquenti a questo proposito la scena in cui Hackman (in una grande interpretazione) smentisce la storia raccontata dall'inglese dando la sua versione dei fatti, e il modo in cui la violenza viene rappresentata. Qui non è né un elemento secondario né uno spunto da spettacolarizzare, ha invece un realistico peso morale ("E' una cosa grossa uccidere un uomo: gli levi tutto quello che ha e tutto quello che sperava di avere").
Qualche debolezza della sceneggiatura nella prima metà del film, specialmente nei dialoghi tra Eastwood e Freeman.
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