Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eccessivamente preambolato, l'atipico western eastwoodiano contiene in embrione tutto il futuro cinema della Moral Guidance di FilmTv.
Lo sguardo attonito che viene lanciato su un decadente West attraverso le gesta di protagonisti al tramonto, fuori tempo massimo, dallo sguardo spento, le mosse scricchiolanti, la mira sbilenca, i cavalli disarcionanti, e tutto un campionario di luoghi comuni atti a derubricare, decanonizzare, deleggendare.
Neve che vola riguardo alla pellicola sviscera illuminante da par suo ma su una nota mi trova particolarmente in linea: “Addirittura Eastwood riesce ad infastidirmi quando il giovane che spara all'uomo nella latrina prende coscienza di quello che ha fatto. Eccolo che capisce e si pente, che piange se pensa che quell'uomo non respirerà mai più per colpa sua... la trovo una scena imbarazzante, non certo una riflessione profonda”.
Siamo di fronte allo stucchevole, al lapalissiano, al prototipo della fiera dell'ovvio spacciata per Alta Rivelazione. E in gran parte del suo futuro Cinema, Clint, non rinuncerà mai a questa elementarità di base.
A parte queste considerazioni decisamente di parte, facciamo comunque fatica a situare Gli spietati in un angolo di classicità western, anche se alla prolissa controtendenza dell'ampio preambolo che tenta di ridimensionare genere ed aspettative fa riscontro un repentino finale dove tutto si ricolloca nei canoni della consueta tradizione: giustizia sarà fatta.
Ma è come se stonasse un qualcosa. Di troppo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta