Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Non ha nulla di eccezionale questa pellicola di Eastwood ma è imbottita di vaccini. Sì, perché si può criticarla pure ma non mostra il fianco a nessun attacco deciso. La fotografia è buona, gli attori bravi (su tutti Hackman) e la storia raccontata ha dei punti di forza formidabili che trovano in Eastwood la loro sintesi perfetta sul set come fuori dallo stesso. E' fuor di dubbio, infatti, che questa pellicola con il suo impatto segni definitivamente la fine di un'epoca; l'eroe del west diviene patetico e vulnerabile e si avvia verso la sua fine portando con sè la sua epopea. Cadute da cavallo, colpi fuori bersaglio e perfino conversioni dell'ultimo minuto, segnano e minano tutto ciò che fin'ora aveva rappresentato il vecchio west con i suoi dominatori. Chi meglio di Eastwood poteva incarnare questo percorso? D'altro canto però il film qualche crepa la mostra nel tentativo di introspezione, non proprio del genere, che scade facilmente nella retorica e nel patetico, nel fattore tensione che sicuramente pervade il finale ma difetta nel resto, nelle troppe parole retoriche che certi silenzi avrebbero spiegato meglio, nella figura della moglie che cala con un'ombra d'ipocrisia lungo tutto il film, in un finale improbabile in cui un lento, anziano e mezzo sbronzo bounty killer affronta alla pari, in un saloon, cinque cowboy armati. Crepuscolare ma non troppo maestoso, questa sorta di testamento lascia comunque il segno e vanno riconosciuti a Eastwood i suoi meriti ma non griderei al capolavoro.
Decente ma non insiva.
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