Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
In questo film la legge del taglione non è giustizia sommaria, bensì fango, in cui l'umanità scivola ed affonda. L'immagine dei mitici protagonisti del genere, gli uomini e i cavalli, è ingloriosamente fatta a pezzi: essi ormai appaiono come relitti senza più vigore, valutabili solo nell'ambito di squallidi commerci. "Gli spietati" è un western dalle pistole mezze scariche, che spara velleità e menzogne anziché cartucce, e, più che il fumo dei revolver, esala un respiro debole e ansimante. Un "crepuscolo del cowboy" in cui ogni atto di violenza matura in un clima di sconfitta e suggella, in via definitiva, la morte dell'anima e del cuore.
Clint Eastwood è un interprete dalla ruvida tristezza, che è l'aspetto aspro e duro della fragilità umana.
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