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Gli spietati

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli spietati

di Serum
9 stelle

Una prostituta viene sfregiata e le sue colleghe, insoddisfatte della pena attribuita al responsabile, mettono insieme i pochi risparmi che hanno per assoldare cacciatori di taglie. Tutto è giocato su fraintendimenti ed iperbolizzazioni della realtà: il cowboy ferisce la ragazza perché ha riso ingenuamente dei suoi attributi, si sparge la voce che è stata accecata e fatta a pezzi mentre ha solo pochi tagli, viene data la colpa anche al giovane mandriano quando invece ha cercato di fermare la violenza, entrambi pagano il loro debito con la giustizia ma viene ripudiato dalle donne che per principio (e per essere trattate come esseri umani) vogliono per loro una punizione fisica (che ironicamente sarebbe stata loro data se il proprietario del locale non avesse voluto un risarcimento economico) rifiutando anche il cavallo aggiuntivo (il cui valore con tutta probabilità avrebbe sovrastato quello della taglia stessa), lo sceriffo potrebbe facilmente fermarle ma, sempre per principio, non picchia le donne e preferisce spaventare i pistoleri che accorrono. E proprio fra quest'ultimi c'è il trio principale: un ragazzino aggressivo, che millanta glorie di sangue, e due vecchi assassini con decine di cadaveri alle spalle. Sarebbe lo schema tipico, se non si scoprissero gli altarini: Ned, un tempo grande tiratore, non riesce più a sparare da lontano, viene catturato e dopo le torture fa i nomi dei complici, Kid è mezzo cieco e non ha mai ucciso nessuno, tanto che dopo aver fatto fuori uno degli obbiettivi decide di attaccare la pistola al chiodo ("È una cosa grossa uccidere un uomo: gli togli tutto quello che ha e tutto quello che sperava di avere."). E poi c'è William Munny, un killer spietato, redento da un'amore rimpianto per tutta la durata dell'avventura ma che non verrà mai mostrato (unica componente della vicenda che viene lasciata vivere nel mito, fra prologo ed epilogo), pronto a riprendere le armi per dare un avvenire ai figli (o forse perché in fondo non sa fare altro...). Per quanto possa ripetere in continuazione di essere un uomo nuovo, l'ultima meravigliosa sequenza mostra che ciò che resta di lui è la fama di assassino ("Tu sei William Munny, del Missouri. Hai ucciso donne e bambini.""Esatto. Ho ucciso donne e bambini. Ho ucciso creature che camminano e strisciano in tempi lontani. E ora sono qui per uccidere te Little Bill."), come per tutti gli altri personaggi del resto: un'impalcatura di brutale pochezza ammantata da storie gonfiate per darle in pasto al pubblico (come testimonia il viscido "biografo", che infioretta con trovate romantiche le storie che sente). Tutto si chiude con un bagno di sangue, in cui lo stesso proprietario verrà ucciso dall'uomo assunto per "vendicare" le sue prostitute, e con una promessa vecchia come il cinema western: quel "ci vediamo all'inferno" di Little Bill, assume connotati di un nichilismo pervasivo, in una storia senza perdono (come recita il titolo originale), dove uscire dalla violenza è un'illusione momentanea che il sangue, prima o dopo, tornerà ad infrangere. Sarebbe riduttivo, vista la qualità mediamente non eccelsa degli altri, definire Gli spietati il miglior western diretto da Eastwood: è l'estrema conseguenza del cinema crepuscolare di Peckinpah, un'opera fatta di personaggi che sono l'ombra di loro stessi, a stento in grado di andare a cavallo e di tenere in mano una pistola, tormentati da un passato infarcito di morte ("Ti ricordi quel mandriano a cui sparai in bocca e i denti gli uscirono dietro la testa? Io ci ripenso di tanto in tanto. Non aveva fatto niente per meritarsi di morire. Niente che mi ricordassi quando mi passò la sbronza."), dove tutto è una concatenazione di eventi stupidi che ha come unica conseguenza una montagna di persone ammazzate. La rappresentazione definitiva di un Far West sporco, freddo e piovoso, dove non c'è niente di bello, né tanto meno degno di assumere uno status epico.

 

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