Regia di William A. Wellman vedi scheda film
Insieme a Piccolo Cesare (1930) e Scarface (1932), è il film che codifica sul modello “ascesa e caduta” il genere gangster: genere che rispecchia la realtà sociale dei primi anni ’30, quando la grande depressione aveva provocato un aumento della criminalità, ma che al tempo stesso prevede una conclusione moralistica, in cui il cattivo viene punito. Dei tre titoli è quello forse leggermente meno riuscito, ma in compenso ha il protagonista più efficace: Cagney, al primo ruolo importante, suscita irresistibilmente simpatia e solidarietà per il modo distorto in cui lo vediamo crescere (le violenze gratuite subite in riformatorio) e per l’amore materno che conserva come un oasi di pace; si crea così il luogo comune del criminale dai due volti (spietato sul “lavoro”, affettuoso in casa) e si pone sul tappeto il problema dell’ambigua attrazione del male. Indimenticabile il finale, con il cadavere recapitato a casa della madre dentro la bara.
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