Regia di Renny Harlin vedi scheda film
Otto mesi dopo che uno spettacolare soccorso su una vetta si è fatalmente concluso con il decesso della scalatrice che si tentava di aiutare, il soccorritore di montagna dall’animo buono, Gabe Walker (Sylvester Stallone), afflitto per non aver salvato la vita della ragazza, ritorna sui luoghi per rompere definitivamente con la sua precedente vita, professione e anche fidanzata, anch’essa soccorritrice pilota di elicottero. Quando una chiamata di emergenza arriva alla stazione di radio soccorso il buon Gabe decide di ritornare in azione per aiutare il gruppo di salvataggio. Ma scoprirà molto presto che la missione è più impegnativa del previsto, poiché la chiamata di soccorso è solo un inganno ordito da una banda di criminali che dopo aver fatto una rapina ‘area’ ed essersi schiantati con il loro velivolo sulla montagna, intendono utilizzare il personale di soccorso per rintracciare le casse di denaro che durante il furto si sono sparse tra le vette limitrofe.
L’idea di base è assolutamente affascinante: un soccorritore di montagna coinvolto da loschi criminali, loro malgrado bloccati tra impervie vette di montagna, che hanno bisogno dei servizi del soccorritore per riappropriarsi del bottino appena sottratto. Se il soggetto fosse stato sostenuto da una più adeguata e ben diversa sceneggiatura, avremmo dovuto parlare di ben altro film, forse un ‘capolavoro’, come altri voluti e ben interpretati da Sylvester Stallone: Rocky, Rambo, I Falchi della Notte, ecc… Purtroppo, è bene dirlo subito, il difetto principale del film risiede proprio in una sceneggiatura artificiosa, blanda, molte volte banale e inverosimile, che schiaccia ogni prospettiva e potenzialità del film di rendersi ‘intelligente’, abbandonandolo alla prevedibilità; viceversa, i punti di forza sono una costante azione che inchioda lo spettatore alla visione, una tensione percettibile per il 100% della durata del film, con scene drammatiche assolutamente suggestive, almeno per chi ama i film appartenenti al genere c.d. ‘d’azione’. Il regista Renny Harlin è bravo nel suo mestiere e tiene ‘il piede sempre schiacciato sull’acceleratore’ del ritmo e tensione.
Il protagonista interpretato da Stallone è cucito su misura per lui, quando si appende alle pareti rocciose le smorfie di Stallone e i suoi muscoli che si gonfiano e tendono rievocano, pur senza ripetersi, le immagini dei personaggi più iconici interpretati dall’attore. Molte scene appaiono molto sopra le righe, ma nel filone dei film d’azione anni ’90 si inquadrano perfettamente, pur considerando la passione che gli spettatori mostravano in quegli anni per i protagonisti machisti, tutto muscoli e poco cervello.
La regia è impeccabile e la scenografia, tra inospitali paesaggi freddi e innevati, contribuisce non poco a rendere spettacolare ed avvincente questo film di puro intrattenimento che incolla lo spettatore dal primo all’ultimo minuto. E questo non è poco!! Buone anche le performance dei coprotagonisti. L’incipit è da non perdere, puro terrore, drammatico quasi d’antologia, oltre che un ottimo spunto per far intendere sin da subito che l’attenzione sarà palpabile per tutto il film ed inquadrare la psicologia dei protagonisti.
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