Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
il cinema talora sembra fatto apposta per raccontare in modo surreale. Creare senso per accostamento di immagini è ciò che lo avvicina di più alla poesia. Come nel prologo di una tragedia già viene detto esplicitamente che cosa accadrà, e le restanti ore della rappresentazione servono per lo più ad apprezzare il modo in cui tutto viene detto, nella sequenza iniziale di Belli e dannati Gus non ci nega nulla. E ancora meglio: non solo sappiamo cosa si agita nell'animo del nostro protagonista, e che ne sarà dei suoi sogni, lo apprendiamo per via allusiva, simpatetica, simbolica; in una parola, è arte, signori. Per questo dire che si tratta di un film 'on the road', di una storia di omosessuali o drogati, della fine di un'amicizia, di un confronto tra classi sociali, mi sembra oltremodo svilente.
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