Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
La narcolessia quale metodo di fuga, modo di stare al mondo alla on the road di Kerouac (nume tutelare con la sua letteratura beat di “My own private Idaho – Belli e dannati”). La strada è davvero il centro di tutto in Mike. Ci si può anche addormentare sopra, tanto ci sarà sempre qualcuno che ti risveglierà o ti raccoglierà.
Film manifesto dei primi anni novanta, quando la cinematografia USA usciva dagli ottanta effimeri e reaganiani cercando di recuperare le forze, ciascuno dai suoi miti. Se Tarantino attingeva linfa dai b-movies e dalla cultura dei giornaletti, Gus Van Sant traeva ispirazione un po’ dalla beat generation, un po’ da Shakeaspeare, un po’ da David Lynch (anche Tarantino da “Cuore selvaggio”), in particolare i tre personaggi di Daddy Carroll, il tedesco Hans e Alena: tutti figli legittimi di “Velluto blu”.
Il Bob, padre spirituale della strada e dei suoi discepoli, è personaggio cardine del Bardo. La rozzezza fisica è ingentilita dai modi e dai versi con cui incanta i giovani serpenti della sua corte dei miracoli. Soltanto Scott Favor lo tradirà poiché emblema dell’America convenzionale, opportunistica e “borghese” destinata a governare. I veri puri di cuore e spirito sono i Mike, i River Phoenix destinati a bruciarsi in fretta, mentre gli Scott, i Keanu Reeves scenderanno spesso a compromessi con lo star-system. La palma della simpatia va a entrambi, la Coppa Volpi al primo, l’eternità a “Belli e dannati"...liberi e obbedienti solo alla legge della strada.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta