Regia di Nello Rossati vedi scheda film
Rossati, mestierante di discreto livello che girò una quindicina di pellicole fra gli anni Settanta e gli Ottanta, svariando fra i generi, prova qui a giocare la carta della fantascienza; il titolo per il mercato inglese - Alien terminator - è però eccessivo e fuorviante: Top line è in realtà un film in cui gli extraterrestri vengono più evocati che messi concretamente in scena, se si esclude il buon finale nel corso del quale si possono apprezzare gli effetti speciali realizzati con cura dai fratelli (Francesco e Gaetano) Paolocci. Anche l'azione è confinata in alcune sequenze, peraltro dirette con la giusta perizia, fra le quali la più memorabile rimane senz'altro la fuga di Franco Nero scalzo in mezzo ai cactus. Il sodalizio fra l'attore e il regista aveva prodotto l'anno prima un riprovevole sequel di Django (Django 2 - Il grande ritorno); qui fortunatamente siamo in tutt'altro territorio e con tutt'altri obiettivi, così come si ottengono decisamente migliori risultati. Questo sempre tenendo conto che il film in sè vale quel che vale: una storiella fumettistica di alieni precipitati con il loro disco volante nelle foreste sudamericane, un cast che offre pochi interpreti apprezzabili oltre al protagonista (William Berger, Deborah Moore e un ruolino per George Kennedy), uno svolgimento piuttosto prevedibile; di certo la sceneggiatura del regista e di Roberto Gianviti non brilla per l'approfondimento dei personaggi e delle situazioni narrate, ma regge quantomeno le modeste aspettative del prodotto. Le musiche di Maurizio Dami sono un pasticcio latinoamericano a tratti fastidioso. 4/10.
In una foresta colombiana, uno scrittore trova i resti di un disco volante extraterrestre precipitato cinque secoli prima. Nessuno vuole credergli, ma sulle sue tracce si mettono immediatamente i servizi segreti, le potenze politiche e perfino gli alieni stessi.
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