Regia di Mario Siciliano vedi scheda film
L'ennesimo tentativo di cavalcare l'onda del successo del Trinità di E. B. Clucher con protagonisti Terence Hill e Bud Spencer, è questo Trinità e Sartana figli di..., una pellicola dal titolo volgarotto assolutamente inadatto ai contenuti pressochè inoffensivi. In realtà ovviamente nessuno dei due personaggi citati nel titolo hanno alcunchè a che fare con quelli delle precedenti saghe cinematografiche; la sceneggiatura di Adriano Bolzoni si limita a pescare qua e là dagli stereotipi dello spaghetti western virando il tutto al comico, alla maniera ormai celebre dell'accoppiata Spencer/Hill. Non mancano perciò le scazzottate, i buoni sentimenti e il finale pacificatore che nulla ha a che fare con il western all'italiana propriamente detto; è un altro segno dei tempi che cambiano, d'altronde. Anche se siamo a ormai una decade dall'avvio del filone, i lavori ambientati nel far west vanno ancora forti in Italia; ormai però si tratta quasi solamente di produzioni di serie B, C e via dicendo arrivando alla Z. Qui siamo a cavallo fra B e C, con un regista poco più che esordiente e che non molto concluderà in tutta la sua quindicennale carriera, e un cast piuttosto povero nel quale spiccano più i nomi dei comprimari (Dante Maggio, Enzo Andronico) che quelli dei protagonisti (se Robert Widmark non vi dice nulla, tutto ok: si tratta infatti di uno pseudonimo; ma difficilmente anche il suo nome reale, cioè Alberto Dell'Acqua, vi risulterà illuminante). Le musiche di Carlo Savina sono un compitino svolto con poco entusiasmo, ma non sgradevole. 2/10.
Trinità e Sartana formano un'accoppiata di banditi sui generis: sconfiggono a cazzotti una banda che assedia un paese e devolvono ai bisognosi il bottino di una loro rapina.
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