Regia di Claude Lelouch vedi scheda film
"Siamo arrivati in un film cominciato prima di noi e partiremo prima della fine di questo film. Non conosceremo mai né l'inizio né la fine di questo film."
"Questo inviato è là per parlare della verità del Mondo, anche se è la sua verità ma a un altro livello vive nella menzogna completa." "È il soggetto del film. È il cuore del film. Parlare della verità e vivere nella menzogna." (Claude Lelouch a proposito di VIVERE PER VIVERE)
Quando ho visto la prima volta PULP FICTION il film non aveva ancora raggiunto lo status di cult. Si vedeva che la fotografia era notevole e la messa in scena grandiosa, purtroppo lo sviluppo temporale che legava l'un l'altro gli episodi dopo un po' mi risultava fastidioso. Anni dopo lessi la spiegazione di Quentin Tarantino, lo sviluppo temporale rappresentava la finzione cinematografica, dove i personaggi non muoiono ma rivivono ogni volta che riguardiamo il film. Ideologia potente, che un celebre romanzo fantahorror ("L'invenzione di Morel", più volte trasposto in film) aveva adattato alla realtà, peccato che nessuno (o quasi, forse) l'avesse capito (l'unico fan del film che ha saputo riportarmi la spiegazione ha poi ammesso di averla letta). Perché comincio una recensione parlando di un altro film? Perché un film può anche essere così, che noi lo vediamo come capolavoro perché ci suscita potenti emozioni anche se ci rendiamo conto che la sceneggiatura è incompleta almeno per la nostra mente. Questo, almeno per me, accomunerebbe questi due film (anche se, ancora adesso, non riesco a considerare PULP FICTION un capolavoro. Soprattutto perché pensai che quello sviluppo temporale, adattato in pellicole senza ideologia, potesse creare futuri danni. Uno di questi si chiama CREEPSHOW 3!), anche se l'ideologia del film di Lelouch è l'esatto contrario di quella del film di Tarantino (se uno vuole rappresentare la finzione, l'altro vuole rappresentare la realtà). Per il resto sono uguali, qua la sceneggiatura sembra incompleta, alcune azioni non hanno spiegazioni, ma la messa in scena è potente. Ci accorgeremo poi (per questo lo considero superiore al film di Quentin) che i toni musicali (particolarmente nostalgici), pur non avendo parole di canzone (base instrumentale), sembrano parlare e ci spiegano molte cose.
Roberto è un giornalista regista specializzato in Mondo Movie televisivi, apparentemente realizzato nel lavoro (forse gli orrori al quale assiste, adeguatamente mostrati nel film, stanno minando il suo equilibrio mentale?), apparentemente innamorato della moglie Catherine finché un giorno non la tradisce con la dolce Candice, apparentemente senza spiegazione. Apparentemente onesto racconta tutto alla moglie e arrivano alla separazione, apparentemente pentito tronca con la giovane amante e parte per girare una serie di documentari in Vietnam paese dove, in quel periodo, si stava svolgendo una delle guerre più sanguinarie di sempre. Una volta tornato...
Senza spannare sul finale dirò che, se molti elementi possono sembrare incompleti, per capire il film bisogna considerare la colonna sonora (seppur, come già detto, senza parole) parte della sceneggiatura. Le note sembrano riportare al passato, ci mettiamo nei panni del protagonista e vorremmo tornare indietro nel tempo per rimediare ai nostri errori. Lelouch ama molto questo film, lo considera il suo più personale. In quel periodo usciva da un'esperienza simile e voleva fare un film sul tradimento. Allo stesso tempo si godeva ancora il successo di UN UOMO, UNA DONNA e aveva appena terminato, con alcuni amici co-registi, LONTANO DAL VIETNAM. Con questo suo nuovo lavoro fonde la sua vita con il suo cinema, parla del tradimento, dell'amore e degli inviati di guerra (lui lo è stato).
"La fine che, in un certo senso, non finisce. Il film potrebbe terminare tre o quattro volte e c'è sempre una sequenza supplementare." "La vita è un film senza fine. La parola fine è stata inventata per il cinema o i romanzi o perché a un certo punto la gente deve uscire dalla sala. Ma nella vita la parola fine non esiste. Siamo arrivati in un film cominciato prima di noi e partiremo prima della fine di questo film. Non conosceremo mai né l'inizio né la fine di questo film. Quando ho fatto VIVERE PER VIVERE era un film senza fine."
In questo senso (dove la vita, anche futura, del regista, che cambiava spesso compagna, e quella dell'alter ego protagonista del film si amalgamano) A PROPOSITO DELLE MIE DONNE potrebbe sembrare, apparentemente, un sequel non dichiarato. Ci sarebbe ancora tantissimo da dire su film e regista, ad esempio perché dice che l'uomo sbaglia spesso. Il 5% delle persone è onesta, il 5% delle persone è disonesta, il rimanente 90% si comporta onestamente o disonestamente a seconda della situazione (aneddoto che, da piccolo, gli ha raccontato il padre). Sbagliare è umano ed infatti i protagonisti dei suoi film sono (quasi) sempre uomini che vorrebbero (quando disonesti) redimersi (se un giorno volessero chiudere la serie a fumetti "Diabolik" consiglio alla casa editrice Astorina di affidare la sceneggiatura di fumetto e di trasposizione cinematografica a Claude Lelouch).
Concludo parlando delle location: girato a Parigi, New York, Amsterdam e Africa (per le scene del safari fotografico). Le sequenze africane dei mercenari intervistati (simili a quelle reali che si vedono in AFRICA ADDIO, uscito poco prima) e della guerra del Vietnam sono state ricostruite in Camargue (Francia) su consiglio dell'assicurazione (che sconsigliava di girare un lavoro di fiction in reali zone di guerra). Info sulle location a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico.
Recensione scritta da Davide Lingua.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta