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Sinfonia d'autunno

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Sinfonia d'autunno

di Carlo Ceruti
8 stelle

Forse non è il miglior Bergman che si ricordi, ma contiene un così complesso ed intricato subbuglio di sentimenti, che non può non risultare interessante e significativo.
C'è una donna matura (Liv Ullmann) che è sposata e riceve la visita di sua madre (Ingrid Bergman). Teoricamente non succede ancora nulla di strano ma uno strano malessere si respira nell'aria. Dagli occhi apparentemente granitici e freddi della Ullman, sembra trasparire un'angoscia, un disagio e la felicità datale dalla visita della madre, sembra assai forzata. Persino le parole con cui la descrive sembrano intine di cinismo.
La madre invece sembra avere il vizio di parlare da sola e si spaventa assai quando vede che nella casa dove vive sua figlia, vive anche un'altra sua figlia affetta da paralisi progressiva. Così la Bergman, in preda al nervosismo, inizia a sproloquiare tentando di calmarsi e non vede l'ora d'andarsene da lì. Quello che sembra più evidente è che anche lei sia abituata a nascondere a sé stessa i suoi sentimenti e continua a parlare da sola come a voler soffocare i propri pensieri.
Le due donne si incontrano poi a cena rivestite d'euforia ed allora si capisce che le due amino recitare tra di loro. Quando poi Liv suona un pezzo al pianoforte e sua madre la corregge, dai suoi occhi traspare rabbia e delusione per il fatto di non esserle piaciuta. Si comincia ad intuire allora che Liv è arrabbiata con sua madre perché non è stata abbastanza apprezzata ed amata da quest'ultima.
La notte poi Ingrid ha un incubo e scende a parlare con Liv. Allora quest'ultima, presa da un impeto di sfogo, le spiega tutto ciò che pensa di sua madre. Scopriamo allora che la Ullman non è mai stata amata da una genitrice troppo assente ed intenta solo a sé stessa ed alla sua carriera musicale. Che non è mai riuscita a piacerle per quanto ci provasse e che l'educazione di cui si riveste è solo astuta freddezza perché ormai Liv è divenuta incapace di amare. L'assenza totale di affetto da parte di sua madre, l'ha trasformata in una donna fredda, triste ed introversa, che non può voler bene perché non è stata benvoluta ed ora finalmente può sfogarsi di tutto. Allora la madre si giustifica dicendole che anche lei ha sofferto di carenze affettive e sembra che le due siano cadute in un vortice infinito senza amore, che si ripercuote di generazione in generazione.
Memorabile allora è la figlia paralitica che scende dal letto e chiama faticosamente "mamma" ma nessuno la sente. Ciò sembra voler rappresentare, metaforicamente, la coscienza infantile di Liv che chiede l'affetto della madre ma che non è udita da nessuno.
Piene di rabbia e di rimpianti, il giorno dopo le due donne si separano. Forse per sempre.
Il confronto/scontro tra le due attrici è grandioso e la Ullman batte tutti grazie alla sua straordinaria recitazione fatta di sguardi, movimenti delle labbra e sussurri. Credo che poche attrici siano riuscite a rappresentare la sofferenza nascosta come c'è riuscita lei.
Forse "Sinfonia d'autunno" non è uno dei capolavori di Bergman, ma è realizzato con tale minuzia psicologica tale che è impossibile trascurarlo nella sua filmografia. Perché "Sinfonia d'autunno" è affascinante per la precisione e l'accuratezza con cui descrive l'avvicendarsi di situazioni e sentimenti che hanno condotto alla disastrosa situazione attuale ed induce ad una seria riflessione sulla famiglia e sui rapporti affettivi.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2

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