Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
L'incontro tra i due Bergman più famosi del cinema svedese avviene con questo film alla fine degli anni settanta. I due parlavano da anni di lavorare insieme, l'attrice aveva l'esigenza di smarcarsi dal cinema holliwodiano e voleva fortemente fare un film con il suo connazionale. Il regista cuce intorno all'attrice un personaggio azzeccato come donna di successo, famosa pianista ma con un rapporto con le figlie difficile. Il risultato di tale difficoltà sono i complessi della figlia maggiore e la malattia della minore. Il film è girato quasi tutto in interni, e vive sull'incontro-scontro tra Liv ulmann ( la figlia maggiore) e ingrid bergman, nel senso che l'autore costruisce un film teatrale dove vengono fuori le capacità attoriali delle due interpreti. Gli altri attori non devono disturbare questo duello familiare, il marito della Ulmann rappresenta quasi una voce fuori campo del film ( infatti ci presenta lui la moglie), mentre la sorella malata rappresenta in maniera soggettiva il bilancio finale, fallimentare della figura materna dell'attrice svedese , di cui alla fine nella scena del treno dimostra di non essersene pentita. Non posso dire con certezza se siamo di fronte ad un film in cui bergman imita se stesso oppure no, non avendo visto tutti o molti film del regista non posso dire se è o non è un capolavoro, però sono d'accordo con Woody Allen quando sostiene che anche nei film meno riusciti di Bergman, ci sono momenti di grande cinema. Qui sicuramente la scena del pianoforte quando prima la figlia ( male ) e poi la madre (bene ) esguono chopin merita un citazione. Se la grandezza di un artista si misura da quanto riesce a mettere nelle proprie opere fregandosene delle mode del momento o delle convenzioni allora Bergman è sicuramente uno dei più grandi.
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