Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Intenso ritratto femminile a più voci, in cui il controcanto è l'eco dei fantasmi dei passato, degli spettri in cui si materializza l'amore mancato, che non si è ricevuto o non si è dato come si sarebbe voluto. A parlare, attraverso i personaggi, non è il loro essere attuale - che rimane abbozzato e sfuggente, bloccato da incapacità di vario tipo – bensì il loro essere di un tempo, di cui essi solo adesso sembrano prendere coscienza, e che, a distanza di tanti anni arriva infine, drammaticamente, ad esprimersi.
Un'eterea bellezza disposta a sfigurarsi, per assecondare le deformazioni prodotte dal rancore.
Un'interpretazione dal fascino potente e intramontabile, eppure infinitamente lontana dal divismo e dalla teatralità.
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