Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Con mano ferma, R.Reiner conferisce a questo legal-thriller qualità e spessore non comuni nei film di questo genere. Le inquadrature della sua macchina da presa - anche grazie ad un buon montaggio - non si lasciano sfuggire le smorfie, le mossette e gli sguardi obliqui dei "pezzi da 90" ingaggiati per il film così da esaltarne le capacità recitative (quelle di J.Nicholson ovviamente, ma anche Cruise, acerbo solo nell’aspetto e nella personalità, si muove bene). Ma il film si distingue anche per la fotografia, la scenografia, i costumi e le musiche; impeccabili.
A commettere il passo falso (che impedisce al film di fare l’en plein di stelline) è, piuttosto, la sceneggiatura: per certi versi, anch’essa ottima (nel suo seguire passo passo le diverse fasi - tranne quella della selezione della giuria - pre e processuali farebbe onore - tanto per rimanere in tema - ai più prestigiosi manuali di criminal procedure), per altri no.
Al di là della sua ondivaga fluidità e fruibilità (forse essendo eccessiva tanto l’erudizione di alcune disquisizioni legali quanto l’artificialità di alcuni diverbi verbali) è piuttosto il finale a stupire per la sua ingenuità. Stando allo script, infatti, il pluridecorato - e in odor di promozione - Col.Jessep (J.Nicholson) dopo aver avvertito, a inizio film, il Cap.di corvetta Galloway (D.Moore) di non essere uno di quelli che si fanno innervosire facilmente, decide invece di smentirsi platealmente perdendo i nervi proprio in un momento in cui li avrebbe dovuti mantenere ben saldi…
Non certo un uomo di parola.
Alla faccia del suo codice.
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