Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Nella base di Guantanamo un soldato americano rimane ucciso in circostanze poco chiare; due commilitoni sono accusati del suo omicidio, ma si giustificano dicendo di aver obbedito a un ufficioso “codice rosso” che regola i comportamenti all’interno del reparto; tre avvocati diversamente motivati ne assumono la difesa. Bel dramma giudiziario, con tutti gli alti e bassi al posto giusto: i nostri eroi combattono contro l’omertà delle alte gerarchie, rifiutano un accomodamento e arrivano a sfidare un intoccabile per stabilire la verità. Disturba un po’ il finale troppo morbido nei confronti dell’esercito, per cui si puniscono le mele marce ma senza mettere in discussione i presunti valori militari. Tom Cruise fa l’unico ruolo che gli riesce, ossia lo stronzetto che nel corso della vicenda diventa quasi simpatico; Demi Moore in divisa è straordinariamente carina: a un certo momento fra loro sembra aprirsi una stucchevole parentesi sentimentale, ma per fortuna tutto si risolve con una cena in un ristorante etnico. Nicholson compare solo in tre sequenze, ma ovviamente si mangia vivi tutti gli altri: basta sentirgli pronunciare la frase “A quanto pare questo Santiago non è molto felice quaggiù a Shangri-La, perché ha scritto lettere a tutti meno che a Babbo Natale chiedendo il trasferimento” per applaudirlo a scena aperta.
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