Regia di Raimondo Del Balzo vedi scheda film
Luca è un bambino orfano di madre che sta crescendo in collegio, poichè il padre ha tempo solamente per la sua professione di avvocato. Quando l'uomo intreccia una relazione con una nuova donna, però, Luca ha di nuovo la possibilità di trascorrere del tempo con il padre; ma a quel punto la leucemia stronca il piccolo.
Scritto da Raimondo Del Balzo, Mario Gariazzo e Antonio Troisio, L'ultima neve di primavera è uno di quei melodrammoni strappalacrime all'ennesima potenza che si rendono ridicoli per l'eccessivo tasso di patetico contenuto (o, meglio, ostentato). La storia di un bambino, orfano di madre e ignorato dal padre, che appena intravede una minima possibilità di avere finalmente una vera famiglia, viene immediatamente falciato da un male incurabile: inutile dire che in Italia fu un successo di pubblico. Ma in realtà la confezione non è neppure male e le strazianti musiche di Franco Micalizzi fanno la loro parte nel donare alla pellicola un'atmosfera fra il dolcemente malinconico e il funereo più plumbeo; Del Balzo è qui all'esordio e non aspetterà tempo per cercare di replicare i commoventi incassi di quest'opera proponendo un altro drammone sull'infanzia - lievemente più positivo nella sua conclusione - con Bianchi cavalli d'agosto, un paio di anni più tardi. Al di là di qualche momento realmente imbarazzante (il finale lo è a oltranza), L'ultima neve di primavera è un'operina impostata con sufficiente grazia che frana però nelle pretese psicologiche sull'infanzia (Comencini non passa da queste parti, insomma); accanto al piccolo, ma già famoso Renato Cestiè nel cast compaiono Agostina Belli, Bekim Fehmiu e Margherita Horowitz. 3,5/10.
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