Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Un bel film italiano su un tema per nulla facile come quello della malattia mentale, visto attraverso un reparto di neuropsichiatria infantile di Roma con tutte le difficoltà che affliggono medici e pazienti. Il tema è trattato con una sensibilità femminile molto appropriata da parte della regista Francesca Archibugi, qui forse alla sua prova migliore; ispirandosi alle esperienze dello psichiatra Marco Lombardo Radice la Archibugi fa un resoconto preciso, attendibile, ma anche emozionante, un film più coraggioso rispetto alla media dei "soliti" prodotti che trattano la malattia con modalità convenzionali. La storia della bambina epilettica Pippi e del suo rapporto contrastato con il neuropsichistra Arturo riflette acutamente un disagio sociale e familiare molto attuale; pur dandole molto spazio, la Archibugi ha il merito di riuscire ad inserire anche altre storie che completano una visione dolorosa ma non rassegnata, che forse ha uno dei suoi momenti più intensi nella scena della messa in cui il prete chiede a Dio il senso della morte dei bambini. Grande prova di Sergio Castellitto, qui davvero padrone del suo personaggio anche nelle sfumature caratteriali e umorali rese in maniera molto convincente, e ottima la direzione della giovanissima Alessia Fugardi. Fra i caratteristi, Anna Galiena è brava nella parte di una madre ansiosa e insoddisfatta e Laura Betti lascia il segno quasi come ai bei tempi di Pasolini. Un pregevole risultato complessivo, appena offuscato da qualche luogo comune (le frasi del collega di Arturo che decide di andarsene), ma nel complesso ben risolto, che avrebbe meritato maggiore fortuna anche all'estero. Infine una curiosità: ho trovato un po' assurdo che il nome del cane di Pippi fosse "Stronzo"... magari si poteva scegliere qualcos'altro.
Voto 8/10
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