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Gli uomini preferiscono le bionde

Regia di Howard Hawks vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli uomini preferiscono le bionde

di luisasalvi
6 stelle

Uno dei più banali films di Hawks, come storia, dialoghi, balli, caratterizzazioni. Perfino Marilyn è più scialba (meno viva) del solito: il sex appeal è sempre dichiarato (troppo) ma mai mostrato: se ne armano in due per spogliare la spia, ma poi lo fanno ubriacandolo e versandogli addosso acqua per costringerlo a cambiarsi; l'intenzione del regista evidentemente era di creare attese per deluderle, ma molti critici non ne sono delusi e trovano tutto molto sexy, mentre potrebbe essere un film di produzione Disney per famiglie. I balli sono banali e statici. La storia, insipida, fa acqua da tutte le parti: la spia registra il dialogo in cui il riccone regala il diadema a Lorelei (su cui ruota la vicenda in tutta la seconda parte), ma poi non lo ascolta, non lo usa, non se ne parla più, mentre il riccone che l'ha presentato come un furto per probabile paura della moglie poi lo ruba a Lorelei per riprenderselo di nascosto da tutti, chissà perché, ma l'investigatore scemo lo capisce. Degli ultimi film di Hawks si dice (e talvolta lui ne dà l'impressione) che lui si diverte approfittando della sua fama per fregarsene della logica del racconto e girare a ruota libera... ma qui non è ancora né famoso né tanto bravo da poterlo fare. Non so se il film è proprio da buttare: è deludente per essere di Hawks; ma forse Hawks è sopravvalutato (16-5-95)... Ieri (11-11-2008), stanchi, l’abbiamo rivisto solo allo scopo di dormire in poltrona ma non abbiamo dormito e ci siamo divertiti abbastanza: invecchio, o colgo spunti ironici che prima mi sfuggivano a causa del tono volutamente dimesso e banale della vicenda? Ho un sospetto ritornante, che Hawks si sia condannato a fare film di successo e che si sia vendicato deridendo pubblico e critica con incoerenze o assurdità o eccessi di facile successo presso la truppa, ma lasciando riconoscere l’ironia. Il balletto di fusti seminudi attorno a Russell che canta era probabilmente un divertente scambio di ruoli in un’epoca in cui erano le donne che dovevano esporre le proprie grazie, mentre i protagonisti erano più spesso coppie di uomini che di donne; queste poi hanno due impegni etici contrapposti, Lorelei in cerca di milionari da sposare e Dorothy assetata di fusti muscolosi; nessuna delle due cerca intelligenza o cultura o buon gusto o valori morali, e convoleranno a sudate nozze con due stupidotti ignoranti quasi quanto loro, l’uno, almeno, ricco, ma l’altro neppure muscoloso. Tutt’altro che “situazioni e dialoghi di spumeggiante intelligenza” (film.tv), è proprio il suo opposto, l’eccessiva banalità delle situazioni e dei dialoghi, a rendere il film divertente come scelta ironica, oscillante fra la totale prevedibilità e la sorprendente incoerente novità di certe soluzioni. Ho già citato il caso più tipico, la proposta di Dorothy a Lorelei di mettere in campo tutte le loro combinate arti femminili per far spogliare l’investigatore Gus per trafugargli il rullino delle foto, poi realizzato alzando la temperatura della stanza, facendogli bere concentrati alcolici misti a sonnifero (di cui non si vedranno conseguenze) e infine versandogli una caraffa d’acqua sui pantaloni per farglieli togliere : nulla a che fare con le annunziate arti femminili, ma un magnifico colpo alle attese della truppa e a quelle (di segno opposto) dei censori dell’epoca, pronti a tagliare.

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