Espandi menu
cerca
Quei bravi ragazzi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Enrique

Enrique

Iscritto dal 4 febbraio 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 64
  • Post 3
  • Recensioni 662
  • Playlist 5
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Quei bravi ragazzi

di Enrique
6 stelle

Ho più amato altri gangster movies.

 

C’è la trama e c’è il modo in cui essa viene dipanata.

Un conto è la storia ed un altro è la combinazione di regia, montaggio e recitazione (volendo tacere di altre arti tecniche, non meno curate).

L’una è una pugnalata alla schiena addolcita, l’altra, da una carezza.

Quei bravi ragazzi.

Una storia di italo-americani, puro sangue e non, che fa male al cuore.

Quasi fosse la prepotenza e la meschinità fatta popolo (perché nel film di Scorsese sembra trovare spaziosolamente la peggior feccia, quella legata da vincoli di sangue - e dal sangue delle proprie malefatte - salvo quando bisogna salvarsi la pellaccia…).

Un percorso di formazione “umano” e “professionale” (alla maniera di Cosa Nostra la normalità va virgolettata) che non ha mai fine, fra mille ostacoli (alcuni, nella seconda parte del film, ben più insidiosi di altri) che il protagonista sa bene come scansare; anche quando i nodi vengono al pettine a l’ultima lezione di vita criminale impone di prendere decisioni spietate che fino ad un secondo prima sarebbero state impensabili.

Ma come accennato, Goodfellas non è soltanto un fitto catalogo di pagine di crimine, da dettare con gusto malsano.

 

C’è anche il modo con cui Scorsese manda in scena il proprio prodotto (“proprio” si fa per dire dato che il tutto si basa su un soggetto di N.Pileggi ma su cui entrambi mettono le mani per stendere la sceneggiatura). Piani sequenza di classe, movimenti di macchina e inquadrature veloci e ben incastrati che danno spessore e risalto alle scene migliori e sorreggono, in generale, il flusso del racconto. Mentre i voice over (maschili e femminili) alleggeriscono la pressione delle immagini.

E poi c’è l’alternanza fra fosche scenografie notturne ed altre pastello chiaro che confondono l’inquietudine con la spensieratezza e agevolano la digestione della visione.

Tutto funziona al meglio per far scorrere 2 ore e mezza di traffici, malefatte e violenza nella maniera più liscia possibile, che quasi dispiace che la vicenda abbia un epilogo. Quasi.

Alla fine nessun rimpianto, certo, ma perché Goodfellas sia diventato un fulgido cult nella storia dei crime movies è facilmente compreso.

Anzi no, un rimpianto c’è. Quello per la carriera di R.Liotta, qui al suo culmine (ed è stato un peccato).

 

E (non ultimo) affiora un pensiero triste.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati