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Quei bravi ragazzi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Quei bravi ragazzi

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10 Tratto da un libro di Nicholas Pileggi sulla vera storia del criminale poi pentito Henry Hill, "Quei bravi ragazzi" è il miglior film di Martin Scorsese insieme a "Toro scatenato" e uno dei migliori "mafia-movie" della storia del cinema, che regge benissimo il confronto con un capolavoro assoluto come "Il padrino" di Coppola, anche se lo sguardo di Scorsese qui è più interessato ad una sorta di reportage sul sottobosco criminale rispetto al prestigioso modello. La maestria e la potenza del linguaggio registico sono incredibili: piani sequenza vertiginosi (fra cui quello magistrale della coppia che percorre i corridoi del ristorante e incontra moltissima gente), frammentazione temporale con funzionale utilizzo della voce fuori campo, montaggio sonoro originalissimo con colonna sonora praticamente incessante, inquadrature al rallentatore o con brusche accelerazioni, folgorazioni visive e di regia. E tutta questa magnificenza visiva è al servizio di uno sguardo lucido e tutt'altro che compiaciuto sul mondo del crimine, visto con un taglio antropologico che sarà spesso ripreso in seguito (in fondo gli è debitore anche Gomorra di Saviano). Le esplosioni di violenza talvolta possono risultare terrificanti, ma sono assolutamente necessarie al senso della vicenda e sono funzionali all'onestà e perfino alla moralità dello sguardo registico di Scorsese. Nel cast giganteggia Joe Pesci nel ruolo del mafioso schizofrenico Tommy De Vito, ma anche Robert De Niro, il protagonista Ray Liotta e Lorraine Bracco nel ruolo di sua moglie fanno un'ottima figura con interpretazioni convincenti e ben calibrate, affianco a molti altri interpreti minori, poichè si tratta di un film improntato alla coralità. Purtroppo snobbato agli Oscar, con un solo premio a Joe Pesci come miglior attore non protagonista, e scandalosamente premiato soltanto con un Leone d'argento a Venezia nell'anno in cui vinse "Rosencratz e Guildestern sono morti". Con gli anni si è ritagliato un posto di classico del cinema contemporaneo che pochissimi altri film possono contendergli: un'opera geniale e smisurata, un Citizen Kane dei nostri tempi. La formula di "Goodfellas" verrà ripresa negli anni successivi altre volte da Scorsese con esiti ancora eccellenti come "Casino'" o "The Irishman", ma questo rimane il suo film quintessenziale sull'argomento, il più ricco e il più preciso nella scrittura, con una voice over che fornisce moltissime informazioni e che qualcuno ha giudicato eccessiva o ridondante, ma in realtà indissociabile dalle immagini. Un film che mostra senza sconti l'orrore della criminalità, ingenuamente idealizzata dal protagonista nei suoi anni giovanili, con una parte finale di implacabile pessimismo che dimostra, se ce ne fosse il bisogno, la tempra morale del cinema di Scorsese, il profondo rigore della sua scrittura filmica 

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