Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Quello di Scorsese è uno sguardo lucido sulle storie di (mala)vita vissuta, partendo dei quartieri bassi e da un mucchio di ragazzini sbandati - o che hanno come massima aspirazione quella di diventarlo - per finire nell'età adulta al cumulo di responsabilità che porta con sè l'ascesa a pezzo grosso di un'organizzazione mafiosa. Quasi come fosse un qualunque lavoro, insomma. Nessun giudizio e nessuna facile ironia, la freddezza con cui si creano e si eliminano i cadaveri traspare tutta nel lavoro del regista; ottimi gli interpreti, manco a dirlo. Un bel romanzo, con un finale bizzarro in cui si racchiude tutto il senso della storia: meglio essere qualcuno e rischiare ogni secondo la propria pelle o meglio non essere nessuno, ma vivere in tranquillità? Ovviamente una risposta non c'è, ognuno dovrebbe essere in grado di darsela da sè.
Vita e malavita di Henry, da piccolo aspirante gangster a pezzo grosso della Famiglia; i passaggi intermedi sono duri, ma necessari, dalla galera agli omicidi più efferati e gratuiti. Poi la 'caduta in disgrazia' e la cattura; temendo che faccia dei nomi, la cosca punta il dito contro di lui. Henry entra nel programma di protezione testimoni, arrendendosi a vivere una vita da 'uno qualunque'.
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