Regia di Mario Bava vedi scheda film
Bava girò questo western ibridato con la commedia nello stesso anno di 5 bambole per la luna d'agosto, uno dei suoi titoli più rinomati, e de Il rosso segno della follia (altra opera decisamente affine ai suoi gusti): è evidente che si trattasse di un lavoro capitatogli accidentalmente, un riempitivo adeguatamente remunerato per poter proseguire con progetti più personali e curati. Roy Colt & Winchester Jack non ha la verve, nè le invenzioni dei primi film di Bud Spencer & Terence Hill, sebbene si intuisca che la deriva cui sta andando incontro lo spaghetti western, anche grazie a titoli come questo, sia sulla falsariga delle pellicole tutte risate e cazzotti interpretate dal celebre duo; e soprattutto qui mancano i protagonisti, visto che i due ruoli centrali sono affidati agli anonimi Brett Halsey e Charles Southwood. Già meglio le parti di contorno, nelle quali troviamo fra gli altri Isa Miranda, Vincenzo Crocitti, Marilù Tolo e anche Guido Lollobrigida, fratello di Gina. La sceneggiatura di Mario Di Nardo (che per Bava scrisse anche 5 bambole) è fiacca e di scarsa fantasia, come già dimostrano i nomi del titolo del film; Antonio Rinaldi si occupa della fotografia e l'assistente del regista è, come d'altronde accadeva già da qualche anno, il figlio Lamberto. Unica annotazione senz'altro positiva è quella che proviene dalla vivacissima colonna sonora: ma è di Piero Umiliani e la sua bravura non desta alcuna sorpresa. 4/10.
I pistoleri amici/rivali Roy Colt e Winchester Jack si contendono una preziosa mappa del tesoro. Ma a furia di doppi giochi e vicendevoli tranelli, finiranno per avvantaggiare un terzo incomodo, anzi una terza...
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