Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Proprio bello questo film, e ricco. Il suo valore cresce ancora se pensiamo alla volgarità e superficialità che caratterizzava molto cinema di allora (e di oggi). Sulla dorsale della vicenda sentimentale del protagonista, narrata con sensibilità e profondità psicologica, si innestano le piccole storie degli altri personaggi. Dico piccole nel senso dello spazio che occupano, ma non nel senso della povertà di ciò che ne sappiamo. A questo proposito, una delle principali abilità della regista e degli sceneggiatori sta secondo me nel costruire ritratti di persone o situazioni attraverso pochi o pochissimi cenni. In questo senso ogni personaggio ha una sua identità umana e sentimentale. L'episodio più interessante a questo riguardo è quello della domenica in spiaggia di tutta la famiglia, quando chiama l'amante del padre, e lui pianta baracca e burattini e corre da lei. Quante cose con pochi cenni: la relazione adulterina, le penose bugie di cui tutti sono al corrente, l'amante che non vuole accettare che lui abbia anche la sua famiglia e quando è con loro sta male, il suo guastare la festa quasi apposta, la solitudine e precarietà anche di questa donna. A questo proposito si può dire che tutti i personaggi hanno i loro pregi (maggiori o minori), ma tutti anche le loro miserie e le loro colpe. Nessuno è completamente assolvibile o condannabile. Ma questo film mi ha colpito soprattutto per il protagonista, che ha più di qualcosa di me a quell'età. La scena più bella e lirica del film e quando lui e Mignon son seduti in riva al Tevere. Molto indovinato anche l'elemento del cancello che un bel giorno diviene troppo stretto...
Lo sguardo della regista sulla realtà è amaro e piuttosto sconsolato, ma sicuramente non cinico o caustico. L'esordiente Archibugi sembra prendere atto della precarietà umana della vita moderna, con particolare riguardo al suo lato sentimentale. Qui non sono rari i tradimenti, le delusioni, e le persone sembrano a volte come foglie sbattute qua e là dal vento delle passioni, senza che sappiano controllarle (emblematico qui il personaggio del cognato). E mentre i grandi si concedono amanti e scappatelle, i figli ne soffrono terribilmente.
Chi giudica scarsino questo film, è secondo me perché non ne vede tutta la profondità umana e psicologica, di cui sono disseminati anche dialoghi. C'è anche spazio per qualche risatina a denti stretti. La Sandrelli, a quarant'anni suonati, era ancora in grado di turbare. Secondo me è uno dei migliori film sull'adolescenza.
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