Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Roma, in un caseggiato di Piazza Melozzo. L’arrivo della cugina francese Mignon, figlia di uno zio nei guai con la giustizia, scombussola la vita della modesta famiglia Forbicioni, composta da padre assente e fedifrago, madre insoddisfatta e trascurata e cinque figli, diversi fra di loro per sensibilità e cultura. L’unico che riesce a comunicare con l’antipatica e snob cugina è il timido secchioncello Giorgio, che naturalmente s’innamora senza essere corrisposto. L’esordio di Francesca Archibugi è un classico racconto di formazione sui primi turbamenti amorosi, mediato con un’originale finezza psicologica che poco ha in comune con la tradizione nostrana ad eccezione del nume tutelare Luigi Comencini. Adottato il punto di vista del ragazzino, la regista si misura con temi cari a cineasti della tradizione europea, trovando in questo filtro la voce della commedia sentimentale, girando peraltro con mano agile e veloce in una Roma popolare dai colori tenui. Proveniente dal Centro Sperimentale, allieva di Furio Scarpelli, ha scritto Mignon assieme alle coetanee Gloria Malatesta e Claudia Sbarigia una sceneggiatura intelligente, delicata e garbata. Guida la compagnia d’attori una rifiorita ed eccellente Stefania Sandrelli, madre credibile e amorevole che dà una scossa alla sua carriera, coadiuvata dal tormentato Massimo Dapporto e dalla dolente Micheline Presle; e ovviamente i giovani protagonisti, specialmente il simpatico ed empatico Leonardo Ruta. Gradevoli le musiche di Roberto Gatto e Battista Lena.
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