Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Ironico e sincero, un sofferto affresco esistenziale mascherato da coming of age. Esordio col botto! SOFFERTO VOTO 7,5
Mignon:
- "Nessuno vuole bene a nessuno"
Film dimenticato di fine anni 80 che all'epoca ebbe un buon riscontro di critica e svariati premi. Rivisto oggi dopo un'eternità (e in piena adolescenza...) Mignon è partita non perde niente del suo fascino intimista e generazionale. Infatti l'esordio della Archibugi è sincero e delicato descrivendo un microcosmo famigliare capace di superare il compiacimento autoreferenziale trascinando lo spettatore nel climax del racconto. Un climax costituito dai tumulti interiori e dai moti d'animo esistenziali dei personaggi (la bussola è stata sicuramente Truffaut), dall'adolescente all'adulto, tutti accomunati da una scrittura convincente e avvincente dove il disagio e il dolore sono la dominante che unisce il tutto. Dunque tutti soffrono o meglio è la condizione umana basilare a essere portata a soffrire in balia dei sentimenti e del futuro, così il messaggio dell'autrice si rafforza e si allarga differenziando l'opera dalla semplice coming of age. Il coinvolgimento in questo Zeitgeist ingenuo e ironico è chiaramente amplificato se si sono vissuti quei periodi e quelle emozioni, perché è difficile non commuoversi davanti alla meravigliosa sliding door del bacio sul Tevere o alla lacrima dell'innamorata recuperata su di un tavolino... Poi gli sguardi obliqui di Mignon/Céline Beauvallet (non si offendano i patiti della Bacall ma questa ragazzina aveva un fascino genuino e potente!) fanno il resto!
Da rivalutare.
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