Regia di Max Ophüls vedi scheda film
MAX OPHULS: RETROSPETTIVA/FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019
La voce narrante di Guy de Maupassant ci introduce attraverso tre episodi che compongono Le plaisir:
Ne La masque, un vecchio seduttore utilizza una maschera per celare i suoi ormai decorsi natali, potendo quindi partecipare indisturbato ai balli riservati ad un pubblico decisamente meno attempato: ma un malore lo tradirà miseramente, e, portato al capezzale della anziana consorte, trasferirà su di lei la pena per non saper accettare quella imprescindibile regola esistenziale.
L'episodio centrale e più lungo tra o tre, è intitolato La maison Tellier, ed è incentrato su un bordello gestito appunto dalla intraprendente signora Tellier.
Il giorno in cui la donna viene invitata al paese natale dal fratello per assistere alla comunione del nipote, la donna si decide, per la prima volta da anni, a sospendere le attività del suo seguitissimo locale portando con sé tutta la banda di donnine e inservienti.
Se in città i clienti abituali rimangono spiazzati dall'evento, e si consolano riunendosi cameratescamente assieme in piazza, il gruppo di eccentriche e un po' sguaiate donne, arrivate alla celebrazione, rimane affascinato dal candore immacolato dei giovani comunicandi, e dalla atmosfera bucolica e paradisiaca offerta da quell'ambiente agreste che ben le accoglie, trasferendo sugli abitanti quel positivo sentimento che lo anima.
Tra gli interpreti, riconosciamo Danielle Darrieux e Jean Gabin.
Ne La modèle, un giovane pittore di strada seduce una bella ragazza che le serve come modella: i due divengono amanti, ma presto il loro rapporto sfocia nella ripetitività e nella stanchezza, spingendo l'uomo a lasciarla.
Lei, notato il disinteresse dell'uomo che nemmeno più la vuole come modella, minaccia di suicidarsi, ma lui rimane indifferente, pensando che la ragazza stia bleffando. Di fatto, la giovane, in un raptus di disperazione, si getterà proprio dalla finestra dell'atelier dell'uomo, che assisterà sconvolto a quel tentato suicidio.
Rimasta paralizzata, ma viva, la donna verrà curata dall'uomo che, colpito da quel gesto assoluto, la vorrà per sempre tra le sue braccia.
Potente e dirompente soprattutto nell'episodio centrale, che occupa circa 3/4 dell'intero film, e nell'ultimo, accorato e struggente, breve episodio, Le plaisir fornisce un'occasione ulteriore a Max Ophuls per celebrare il corso di vite stravolte dalla potenza di un sentimento che finisce per modificare piani e strategie di vita, ma consente a chi è in grado di poterne coglierne la potenza, di poter dare un significato portante al proprio percorso di vita.
All'intensità interiore ed introspettiva del racconto, che rimane corale, ma si popola di personaggi dalla spiccata intensità e personalità, si unisce, come di consueto, una grande competenza tecnica e registica del grande autore, che fornisce e condizioni ideali per immergere lo spettatore entro un affascinante spaccato storico ove, specialmente nell'episodio centrale, il tratto essenziale di una società ormai inevitabilmente persa nella memoria, rimane forte ed effervescente per la schiettezza e la poetica capacità di riuscire a rappresentarla con sensibilità e vitalità di tratto.
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