Regia di Max Ophüls vedi scheda film
Tre episodi (quello centrale è nettamente il più lungo) tratti da novelle di Maupassant. 1 Un vecchio gaudente mascherato da giovane passa le sere nelle sale da ballo, finché viene colto da sincope: un medico lo soccorre e lo riporta a casa dalla moglie. 2 Un sabato, i frequentatori abituali della casa di tolleranza di una cittadina normanna trovano la porta chiusa: la tenutaria ha condotto le ragazze a festeggiare la prima comunione della sua nipotina in un villaggio vicino. 3 Un pittore e una modella vanno a vivere insieme, lui si stufa presto e vorrebbe abbandonarla, lei si butta dalla finestra e rimane paralizzata alle gambe, lui la sposa sentendosi in colpa: un cronista disincantato li osserva. Ophuls orchestra con consumata maestria l’ennesima giostra di sentimenti, che è anche una raffinata riflessione sul rapporto fra apparenza e realtà. Chi è davvero l’ex uomo di mondo: quello che sente ancora di essere o quello che l’età lo ha fatto diventare? Chi sono davvero i notabili di provincia: fedifraghi incalliti o pacifici cittadini che riscoprono il casto piacere di una passeggiata al mare? Chi sono davvero le prostitute: donne che hanno visto il loro senso morale consumarsi giorno dopo giorno o anime pure che assaporano il gusto della rispettabilità e dell’innocenza? E su quali fondamenta si basa un matrimonio duraturo: l’amore o l’abitudine? La felicità non ha proprio nulla di allegro, sentenzia desolatamente la voce narrante.
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