Regia di Max Ophüls vedi scheda film
VOTO 10/10 Secondo le celebri parole di Godard nei Cahiers du Cinema "Il piacere è il più ophulsiano dei film di Ophuls: è il romanticismo tedesco in una porcellana di Limoges, ed è anche l'impressionismo francese in uno specchio di Vienna". Un trittico di episodi tratti da racconti dello scrittore francese Guy de Maupassant: si va da "Le masque", dove un anziano signore frequenta le sale da ballo col volto coperto da una maschera ed è colpito da un malore mentre danza, a "La maison Tellier", dove la proprietaria di un bordello di provincia si reca alla comunione della nipotina insieme alle ragazze che lavorano per lei, fino a "Le modèle", che racconta una storia d'amore che sfocerà nella tragedia. I tre episodi sono introdotti da una voce fuori campo che potrebbe essere quella dello scrittore stesso, ma che nel terzo episodio si scoprirà appartenere al personaggio interpretato da Jean Servais. Uno dei film dell'autore dove il suo tipico virtuosismo stilistico è messo più efficacemente al servizio del soggetto trattato: gli instancabili movimenti di macchina, le carrellate e i dolly che sono il marchio di fabbrica di Ophuls delimitano lo spazio dell'inquadratura con incredibile maestria, risultano di grande audacia tecnica e non sono mai gratuiti. Dei tre episodi, il più lungo e il più significativo è certamente La maison Tellier, impagabile nella sua acida descrizione dei vizi di provincia, ma anche i due episodi più brevi risultano indispensabili: il primo è all'insegna di toni piuttosto malinconici (e l'inizio al Palais de la Danse contiene piani-sequenza vertiginosi, girati con tecnica sbalorditiva), l'ultimo è un dramma sentimentale che in meno di venti minuti condensa tutte le tappe di una tormentata storia d'amore. La bellezza figurativa delle immagini è costante e non è minimamente guastata dall'abbondante ricorso alla voce off, che riporta alcuni brani tratti dalle pagine di Maupassant. Gli attori sono diretti con notevole intelligenza, soprattutto Gaby Morlay che fa la moglie dell'uomo in maschera, Jean Gabin e Danielle Darrieux nel secondo episodio e Daniel Gelin e Simone Simon nell'ultimo; data la sua natura episodica, non vi è l'approfondimento psicologico dei personaggi che si ritroverà in opere come "I gioielli di Madame de...", ma nell'ambito del film a sketches mi sembra che funzioni meglio di "La ronde". Un film interamente di regia, l'opera di un virtuoso della macchina da presa che riscosse l'ammirazione, fra i tanti, anche di Stanley Kubrick (le cui lunghe carrellate laterali saranno un chiaro omaggio a quelle di Ophuls).
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