Regia di Max Ophüls vedi scheda film
capolavoro. Una riflessione malinconica sul desiderio inappagato, sul piacere impedito dalla vecchiaia (1° episodio), "bagnato" dalla commozione (2°), oscurato dalla morte (3°). Momenti di poesia nella parte centrale. La joi de vivre di matrice impressionista incontra il raggelamento della cultura mitteleuropea.
attraverso i suoi meravigiosi piani-sequenza e le sue vertiginose soggettive, ci conduce all'interno degli ambienti e dei personaggi del film, ci fa percepire la loro sensualita' e la loro frivolezza; ma poi li riprende da una certa distanza, li segue osservando attraverso una finestra (o dietro a colonne e pilastri) la loro amarezza: non c'e' tanto il distacco quanto il senso di tristezza. E' come se Ophuls ci facesse capire in maniera inequivocabile l'insoddisfazione spirituale delle sue protagoniste. Molto piu' che un semplice virtuoso della cinepresa
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