Regia di René Clair vedi scheda film
I sogni notturni di un giovane e squattrinato maestro di musica lo portano a vivere altri ruoli e altri amori in altre epoche: compositore di successo nella Parigi di fine ’800, leader politico durante la rivoluzione francese, ufficiale dell’esercito coloniale in Algeria (ci sono anche due excursus più brevi sui moschettieri di Luigi XIII e sulla preistoria). Le donne che via via ama sono, trasfigurate, quelle che conosce nella vita reale, ma ogni volta arriva qualcuno (marito, fratelli o altri) a impedirgli di realizzare i suoi desideri. Tourbillon allegro ma tendente al guazzabuglio indiscriminato, specialmente verso la fine; e il meccanismo è un po’ troppo simile a quello di Sogni proibiti (1947). Però il messaggio è chiaro e condivisibile: inutile cercare evasioni immaginarie, meglio imparare ad apprezzare la situazione in cui ci si trova a vivere; molto simpatica, in tal senso, la scena in cui i corrispondenti onirici dei due protagonisti si figurano come sarebbe bello vivere nel ’900 (anche loro, insomma, sono vittime dell’illusione che un altro tempo debba essere comunque migliore del proprio).
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