Regia di Anthony Ascott (Giuliano Carnimeo) vedi scheda film
Questo è il primo titolo della tetralogia sul personaggio del fascinoso pistolero Sartana che Carnimeo licenziò nel giro di poco più di un anno; non è però il migliore. La sceneggiatura di Enzo Dell'Aquila, Tito Carpi ed Ernesto Gastaldi non può sicuramente definirsi fantasiosa, il ritmo si impantana dopo un esordio discretamente vivace e anche in quanto a scene madri (fondamentali nel western) non c'è granchè da dire. Vale però la pena di rilevare l'ottimo impatto dei nomi del cast: Gianni (qui John) Garko è il protagonista e al suo fianco troviamo, fra gli altri, Klaus Kinski, Gordon Mitchell, Sal Borgese, Ettore Manni e Frank Wolff; a questo punto si intuirà che, dove non arriva la storia, arriva l'interpretazione (si prenda ad esempio Kinski, che questi ruolini accettava per pura necessità economica: impeccabile, come al solito; oppure Mitchell, con un passato nel filone mitologico eppure qui credibilissimo cowboy - ruolo che peraltro da questa pellicola porterà avanti in innumerevoli altre). Qualche colpa nel mancato successo del lavoro va attribuita infine anche al regista: per quanto Carnimeo sapesse il fatto suo e avesse già diretto qualche western, talvolta qui lascia un po' a desiderare: si veda, una su tutte, la scena del duello finale, in cui durante il conto alla rovescia il montaggio si fa protagonista sminuendo la portata ansiogena del contesto. 3/10.
Il pistolero Sartana viene ingiustamente accusato di avere rapinato trecentomila dollari in una banca. L'unica maniera che ha per scagionarsi è trovare quindi i veri colpevoli. E ucciderli, si capisce, per appropriarsi del bottino.
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