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I vendicatori dell'Ave Maria

Regia di Al Albert (Adalberto "Bitto" Albertini) vedi scheda film

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La recensione su I vendicatori dell'Ave Maria

di giurista81
4 stelle

Primo dei due western diretti da Bitto Albertini, che poi girerà il sequel de Il Mio Nome è Shangai Joe (Che Botte Ragazzi!) ma si farà soprattutto conoscere per le collaborazioni con gli Shaw Brothers (Crash! Che Botte... Strippo, Strappo, Stroppio) e diversi erotici, tra cui il folle Giochi Erotici nella Terza Galassia, avviando la fortunata serie Emanuelle Nera con Laura Gemser che proseguirà, dopo il secondo episodio, con Joe D'Amato.

Qua Albertini confeziona un western che, seppur contaminato da una certa ironia, resta nei canoni del western serioso. Purtroppo manca la storia. Albertini, che si firma con grande fantasia Al Albert, scrive anche il copione, ma lo fa senza alcuna originalità. Realizza un western corale che ha per protagonisti gli acrobati di un circo ambulante presieduto da Spartaco Conversi. Inserisce così lo stunt Pietro Torrisi, che recita come in un peplum con il ventre sempre scoperto per mettere in risalto la muscolatura, il funambolico Alberto Dell'Acqua e Tony Kendall, al secolo Luciano Stella, quali rappresentanti dei buoni che vengono in soccorso dei cittadini di un paese guidato dal solito gentiluomo che sotto le sembianze del tutore della legge cela la natura di boss mafioso. Nei panni del cattivo figura un buon Alberto Farnese, coadiuvato da tutta la sua banda. Interpreta un uomo senza scrupoli, che spara a sangue freddo agli sceriffi e poi manipola la realtà per convincere governatore e altri uomini di legge che i responsabili degli omicidi sono i peone del vicino messico. Un modo di fare che si tira contro anche l'ira di un gruppo di reietti guidati da Remo Capitani, che ricalca il personaggio di Mescal in Lo Chiamavano Trinità, seppure in modo meno macchiettistico e restando ancor più ai margini della vicenda.

Albertini gira in modo piuttosto quadrato e porta a conclusione un westerino di quarta fascia che non naufraga nella mediocrità ma che neppure di distingue. Bene gli attori che si prodigano in voli e acrobazie di ogni sorte, tra scazzottate e sparatorie all'insegna dell'ilarità dove si spara persino sale nei glutei, si mira agli speroni e si aprono a fiore (!?) le pistole degli avversari evidentemente colpite nella canna.

Musiche saccheggiate a destra e a manca, si riconoscono alcuni brani utilizzati anche per I Quattro dell'Ave Maria.

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