Regia di Richard Fleischer vedi scheda film
Terzo opaco capitolo della saga horror della casa infestata di Amityville.
L’unica novità di questo terzo capitolo, che viene affidato ad un regista ancora diverso rispetto ai precedenti, il buon mestierante Richard Fleischer, è l’uso durante le riprese di telecamere atte a riprodurre la visione tridimensionale, ovviamente impossibile da apprezzare su uno schermo televisivo.
La trama questa volta vede come protagonista un caparbio giornalista interpretato da Tony Roberts – già visto in molti film di Woody Allen – scettico indagatore sui fenomeni paranormali, al punto da smascherarli, comprare proprio la casa teatro di tanti delitti e tanti eventi strani, scoprendo a sue spese quanto le voci che circolano sulla natura maligna di quel luogo siano più che fondate.
Una sceneggiatura povera di idee, dialoghi e situazioni interessanti e un ritmo a tratti soporifero rendono questo ennesimo sequel di Amityville probabilmente il più debole della serie, essendo oltretutto pochi i riferimenti agli episodi precedenti (se si escludono elementi canonici come le vespe, gli spifferi e le perdite d’acqua), così come quasi del tutto assenti le spiegazioni riguardo l’origine del fenomeno spiritico e demoniaco, la cui manifestazione. Questo film insomma si presenta come una storia di casa infestata a sé stante, avendo come unico elemento in comune con i successivi della saga solo l’ambientazione.
Piccola curiosità: una giovanissima Meg Ryan, che di lì a poco sarebbe divenuta la reginetta delle commedie rosa, compare in un piccolo ruolo come amica della figlia del protagonista, nella sua seconda prova sul grande schermo.
Trascurabile.
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