Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Prima di recensire il film, è necessario fare una breve digressione sullo scrittore americano autore della sceneggiatura del film. Bukowski, o per chi lo conosce bene, Henry 'Hank' Chinaski (il nome del protagonista del film interpretato da Rourke) è, a mio parere uno dei migliori narratori americani del '900 ma la sua prosa caustica ed ossessiva è di difficile trasposizione al cinema. Inoltre, la struttura dei racconti brevi, che costituiscono la maggior parte della sua produzione letteraria, nonché la migliore, è un ulteriore ostacolo al lungometraggio. Sulla base di queste premesse, il risultato di Schroeder è appena discreto: gli interpreti principali recitano bene, specialmente Rourke, il cui personaggio autodistruttivo dello scrittore maledetto sembra quasi anticipare la propria caduta che sarebbe avvenuta nel giro di pochi anni. Nonostante gli eccessi richiesti per un ruolo del genere, Rourke riesce a non andare sopra le righe, come era successo ad esempio a Nicolas Cage in 'Via da Las Vegas' e a fornire una buona prova. Brava anche Faye Dunaway, anche se il suo ruolo appare non ben definito. Bella la descrizione dei sobborghi di Los Angeles, frequentati da ubriaconi, prostitute e perdigiorno. Un pò compiaciuti i combattimenti tra Henry e il barista. Da sottolineare l'apparizione in un ruolo cameo dello stesso Bukowski: è uno dei clienti nella sequenza del primo incontro tra Henry e Wanda al bar. Voto: 7.
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