Regia di Gianni Manera vedi scheda film
Sul finire del secondo conflitto mondiale, un partigiano viene inviato a compiere una missione di sabotaggio verso i nazisti che occupavano i territori italiani. I nazisti rispondono mettendo alle calcagna dell'uomo un loro collaboratore, italiano e amico d'infanzia del partigiano.
Gianni Manera scrive (con suo fratello Enrico, attore maggiormente noto come pittore), dirige e interpreta questa pellicola di guerra dalle ambizioni piuttosto alte e in realtà, purtroppo, decisamente misera nei risultati. La lunga ombra del lupo è la ricostruzione dettagliata - fin troppo - di un episodio della resistenza durante la seconda guerra mondiale; un episodio di fantasia, per quanto verosimile, nel quale i personaggi sono malamente stereotipati, i dialoghi pesantemente retorici, la narrazione procede inciampando su sè stessa, gli interpreti non tutti all'altezza e l'azione viene diretta con poca destrezza. Per di più in sottofondo scorre una colonna sonora (Stelvio Cipriani, che presumibilmente non ha colpe) a tutti gli effetti consona a un western: un vero pasticcio, in poche parole. Il regista assume il sagace pseudonimo John Manera come attore, mentre al suo fianco sullo schermo troviamo una serie di nomi di non molto richiamo: Joseph Logan (che, guarda un po', risulta essere Enrico Manera), Ivano Davoli, Aliza Adar, Elena Zareschi, Augusto Faillace, Maria Teresa Pietrangeli, Aldo Barberito. Come opera prima sicuramente poteva andar meglio. Gianni Manera ritornerà dietro la macchina da presa tre anni più tardi con Ordine firmato in bianco. Questa pellicola è dedicata a Gaspare Manera. 2/10.
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