Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Nando Cicero sapeva fare il suo mestiere. I suoi (relativamente pochi) film sono un concentrato di trash puro, senza mezze misure. Basti pensare a La dottoressa del distretto militare, vero caposaldo del genere commedia sexy anni '70, infinitamente più grezzo e caciarone rispetto agli altri film dello stesso periodo. Sono film scatologici al 100% e se bisogna fare la serie B, è meglio non perdersi in chiacchiere. Ma sono tutti film che centrano il bersaglio. Non ci sono cali, si ride spessissimo, in un barnum di grezzaggine e romanità becera che è esattamente il pasto di chi, come me, è alla ricerca di prodotti come questo.
In questo film con Carlo Giuffrè e Marisa Mell (che in realtà appare solo alla fine ed è pienamente sottoutilizzata) tutti gli elementi di cui sopra abbondano e proliferano: la vedova napoletana lupamannara, Checca la macellara scureggiona (scena poi ripresa 10 anni dopo dallo stesso regista in Paulo Roberto Cotechino) Alfonso Tomas che rimane deluso dalla provenienza nordica di Giuffrè, ossia Napoli. Per non parlare del papà di Giuffrè, il Sig. Fiore, pazzo scatenato infoiato delle suore, magistralmente doppiato da Gigi Reder. Per non parlare della solita omona, onnipresente nei film di Cicero, in questo caso doppiata addirittura da Lionello.
L'accozzaglia scanzonata e volgarissima è servita. Non è cibo per i palati fini ovviamente. Ma credo che, tolte le oggettività della critica cinematografica ed artistica in generale, per cui se dai 4 ad Attrazione Fatale o Papillon, evidentemente non si capisce cosa cerchi nel cinema, valga la regola di "a ciascuno il suo". Nel sottobosco del bis italiano, cluster commedia sexy, questo film del registra eritreo, di inizio anni '70, è un gran bel film. Leggero, cazzaro e scacciapensieri (si vede spesso lo stesso Giuffrè che, probabilmente per evidenti lacune in sceneggiatura, si diverte proprio sulle scene). Daje Nando, voto 7.
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