Regia di David Cronenberg vedi scheda film
YOUNG CRONENBERG
Un timido professore mette a repentaglio la propria vita accompagnando a casa la sua fidanzata in una notte di tempesta, durante la quale, al ritorno, rimane vittima di un tremendo incidente – un frontale con un’autocisterna - che lo riduce in coma per quasi un decennio. Al risveglio, riacquistata a stento l'autonomia motoria, l’uomo, distrutto psicologicamente anche dopo aver scoperto che la sua fidanzata nel contempo si è fatta una propria famiglia sposando un altro uomo, scopre via via di possedere, nella propria mente rimasta attiva durante lo stato comatoso, una capacità di veggenza che, in concomitanza con la percezione tattile, gli consente di prevedere con una buona precisione, dettagli particolareggiati di futuri sviluppi che riguardano persone, o la intera collettività.
Il suo potere diviene di pubblico dominio, e persino la polizia saprà trarne beneficio, riuscendo – tramite l’intervento dell’uomo, a stanare un pericoloso assassino seriale che da decenni operava indisturbato con l’aiuto della madre-complice.
Il giorno in cui al nostro uomo capiterà di stringere la mano ad un politico in ascesa, egli percepirà di trovarsi di fronte al futuro presidente degli Usa, e in particolare all’uomo che sarà autore del primo vero conflitto nucleare mondiale.
Per questa ragione deciderà di mettersi al servizio dell’umanità, sacrificandosi per il bene dell’intera collettività.
Da un celebre, fosco e bel romanzo di Stephen King, un giovane David Cronenberg comincia ad addentrarsi nei meandri insondati che si annidano nella psiche umana, celando misteri e poteri apparentemente incomprensibili e non umani, e riesce a ricavarne un buon film: horror psicologico che non rinuncia all’azione e che, come Fury di De Palma, gioca sottilmente con le incognite della mente per sondare l’insondabile. Ne scaturisce una pellicola forte e tesa, capace di catturare lo spettatore, ed in costante, calibrato bilico tra la spietatezza dell’azione e la suspence del lato oscuro del subconscio, risultando ad oggi ancora attuale e moderno, anche se trascorsi già trentacinque anni dal suo concepimento.
Ottima la prestazione del protagonista, un Christopher Walken che per una volta si concentra a rendere la timidezza e l’introversione del suo personaggio ritroso e timido, beneficiato da un potere difficile da gestire, e foriero di gravi responsabilità da accollarsi e di cui rispondere moralmente, oltre che fisicamente.
Lo circondano attori di razza molto noti in pieni anni ’80: la carina Brooke Adams, un caratterista solido e macho come Tom Skerrit, uno generalmente più legato alle sorti della commedia o del film comico, qui invece in veste serissima, ovvero quell’Herbert Lom reso mitico ed esilarante dalla serie della Pantera Rosa, più Martin Sheen, politico apparentemente coscienzioso e misurato, insospettabilmente folle e "dal grilletto" facile.
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