Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Primo film horror di Cronenberg ispirato da un altro autore. Riduzione cinematografica di un interessante soggetto di Stephen King, troppo dispersivo così ridotto in sceneggiatura per un lungometraggio.
Johnny (Christopher Walken) ha tutto dalla vita: un lavoro da insegnante e una ragazza stupenda che attende solo di essere sposata. Una notte, di rientro con la macchina, rimane coinvolto in un drammatico incidente finendo in coma. Dopo cinque lunghi anni riprende coscienza davanti al dott. Sam (Herbert Lom) ma le cose sono tutte cambiate. La sua ragazza si è sposata con un altro uomo ed ha avuto un figlio. Inoltre Johnny sperimenta sensazioni inquietanti: toccando le persone ha premonizioni su fatti che sono accaduti, che accadono, o accadranno a breve o a lungo termine.
Sono gli anni di Stephen King, il periodo nel quale ciascun autore di cinema horror (prima o poi) deve farci i conti e scendere a patti con i suoi scritti. Dopo il fantastico Carrie (1976), l'affascinante Shining (1980), lo scivolone di Carpenter con Christine (1982) o l'antologico Creepshow (1982) tocca a David Cronenberg dirigere un film basato su un romanzo fiume di King.
La produzione è decorosa (di mezzo c'è De Laurentiis) e gli attori promettenti (Walken e Lom in particolare) ma purtroppo il girato rimanda (in brutta copia) al più riuscito Shining (qui ad avere la luccicanza è il più maturo insegnante) senza approfondire la questione della psicometria, di chi ha passato queste esperienze (circonvicine alla NDE ovvero esperienze di premorte) e spaziando dietro a troppe questioni: Johnny risolve prima il giallo del serial killer, salva un bambino dal probabile annegamento, quindi previene l'elezione di un candidato alla Casa Bianca dalle tendenze guerrafondaie e, una volta al Potere, pronto -addirittura- a scatenare una Terza Guerra Mondiale. Così facendo, e in barba al genere, il tono narrativo diventa quello di un fumetto EC Comics con Johnny, novello supereroe, che prende il posto di Peter Parker...
La banalità regna sovrana, assieme alla calma piatta. Ed è un peccato. Peccato perché non si può farne certo colpa alla regia (curata, efficace e pertinente) quando al mediocre testo all'origine, impossibile da ridurre in una sceneggiatura per un film di cento minuti.
Reperibile nel catalogo della Pulp Video che lo offre nel formato 1.85:1 con traccia audio 5.1. Durata: 1h39m25s.
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