Regia di David Cronenberg vedi scheda film
In questo film Cronenberg sembra abbandonare le sue solite manie riguardanti escrescenze carnose (tumorali) e mutazioni del corpo. Parte da un libro molto affascinante scritto da Stephen King e ne realizza una versione cinematografica. Cronenberg si limita, in questo caso, a mettere in scena. E lo fa in maniera semplice e adeguata. Il tema che tratta riguarda la malattia. Malattia come scoperta di un nuovo o antico potere dell' uomo. Quello della previsione. Il protagonista (un ottimo Christopher Walken) dopo essere stato in coma per cinque anni si risveglia. E scopre di possedere questo dono o questa maledizione. Può prevedere il futuro o rivivere cose del passato. Comunque sia, la sua, è una capacità legata alla visione. Il dramma che si scatena nel protagonista è quello di non poter agire nel momento in cui "vede" le cose. Lui è solo uno spettatore. Ma presto scoprirà di potere agire nella realtà. Di poter agire concretamente grazie a ciò che ha visto. La visione diventa una possibilità di cambiamento del reale.
Quello che stupise di questo film è l' estrema cautela con cui Cronenberg si nasconde dietro la storia, a dire il vero non sembra neanche una sua opera. Forse il regista, in questo caso, ha voluto solo raccontare senza interpretare. Ne esce comunque fuori un film molto interessante che mostra la malattia non solo come trauma da affrontare ma anche come possibilità data all' uomo per evolvere o riscoprire alcune sue potenzialità. In questo caso la preveggenza. Una capacità, che se ci pensiamo, è propria anche del cinema.
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