Regia di Peter Weir vedi scheda film
Ottimo film di Weir. Prova eccellente del grande Harrison Ford
Rachel Lapp, rimasta prematuramente vedova, decide di accompagnare per un breve periodo presso la propria sorella il figlioletto Samuel. Dunque lascia momentaneamente, la comunità rurale di Amisch, in cui vivono, fermandosi in una stazione in attesa di una coincidenza, ma qui il piccolo Samuel assiste, non visto, nel bagno , ad un barbaro omicidio, perpetrato da due figuri ai danni di un uomo, lui stesso se la cava per il rotto della cuffia. L'ispettore John Book, alias Harrison Ford qui ancora giovanissimo, assume le indagini, il viaggio è per forza di cose interrotto e al piccolo testimone, si mostrano centinaia di fotografie di pregiudicati. Gli investigatori intendono fare luce sul caso, anche perchè la vittima era un agente. Ma Samuel sorprendentemente, riconosce l’assassino nella foto riportata su di un manifesto nella sede della Polizia, è un tale McFee, poliziotto della Squadra Narcotici, pluridecorato, in sostanza un insospettabile trafficante di droga. John ne parla al suo capo, che però è un complice colluso di Mcfee,che aveva eliminato il suo collega, in quanto aveva scoperto i loschi traffici, cosi questi imbeccato dal suo superiore, corrotto, va incontro a Book sparandolo a bruciapelo in garage. John scappa in macchina con Rachel e Samuel, braccato dai suoi stessi colleghi prezzolati, è costretto a rifugiarsi presso la comunità degli Amisch, gente pacifica, dedita all’agricoltura, dai costumi patriarcali, che ignorano volutamente progresso, tecnologia, elettricità, telefono e parlano un arcaico dialetto tedesco. Book, che tutti chiamano "l'inglese" viene curato ed assistito nella casa in cui Rachel vive con il vecchio padre, l'ispettore recupera gradualmente le sue forze e per quanto profondamente diverso, collabora attivamente alla vita della comunità, si veste come loro,munge le vacche e aiuta a costruire il fienile.Peraltro tra lui e Rachel sta nascendo un sentimento, che non è di solo riconoscenza, tuttavia l’attrazione rimane sospesa,in quanto i costumi e le usanze degli amisch sono molto austere. Spesso il vecchio genitore redarguisce Rachel per la presenza di un ospite, cosi ”sconveniente” che autorizza i membri della comunità a spettegolare sul suo conto. Ma nel frattempo Paul e McFee dopo aver eliminato un collega e amico di John, che aveva intuito la verità, sono riusciti a individuare il rifugio dove Book si sta nascondendo.Cosi raggiungono il villaggio e attaccano la casa di Rachel, mentre il nonno fa in tempo a mandare Samuel a chiamare la gente delle vicine fattorie. Uno scagnozzo che Paul ha portato con se, muore soffocato nel silos del mais, McFee è ucciso da Book e Paul, di fronte all’intera comunità schierata davanti a lui, capisce che è finita e si arrende. Il regista Weir, qui alla sua prima esperienza, realizza un prodotto molto intrigante, difficilmente classificabile. Il caso poliziesco è solo un pretesto per addentrarsi nella cultura degli Amish e il film ce la illustra brillantemente, meglio di un saggio di sociologia, fa una "full immersion"nei tipici rituali della comunità, ci fa conoscere le loro abitudini ,le usanze, i costumi, e i principi che regolano la vita di queste persone, che appaiono stravaganti e folcloristiche, ma che sono però laboriose e depositarie ,di un'antica saggezza, Il protagonista che vive in un mondo agli antipodi, fatto di violenza e degrado urbano, ha difficoltà ad accettarli,si adegua ma solo momentaneamente, ai modi di una società all’inverso del tutto pacifica,che aborrisce armi da fuoco e qualsiasi tipo di violenza. Quando dei turisti impertinenti, canzonano alcuni membri della comunità, John non resiste e interviene energicamente, causando un danno “d’immagine” ad una popolazione , nota per la sua mitezza, ma capisce indiscutibilmente di essere troppo diverso da loro e anche la sua storia d’amore con Rachel, abortisce ancora prima di nascere.Peter Weir comunica attraverso le immagini e la musica, più che con le parole e ci regala preziose inquadrature suggestive ed emozionanti, creando un'atmosfera intensa, grazie anche alle musiche di Maurice Jarre, ritmo fluido, senza pause.Eccellente il cast in partcolare Harrison Ford che, come solito, si conferma, grande, capace di comunicare anche solo con uno sguardo o un gesto.
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