Regia di Peter Weir vedi scheda film
Weir fa sentire la sua mano e, che piaccia o meno, il suo stile determina l'impronta più forte del film. La trama tutto sommato non è particolarmente originale ed il finale prevedibile ma è nella potenza delle immagini che il regista ripone la sua arma più efficace. E' un thriller atipico in cui l'azione è relegata a pochi fotogrammi e si ha piuttosto l'impressione che Weir utilizzi questo tipo di genere e di approccio per tenere alta l'attenzione dello spettatore mentre gli imbocca il SUO messaggio. In realtà questo film parla della cultura Amish, lo fa scandendone i rituali e le convinzioni senza mai indugiare troppo o annoiare lo spettatore ma allo stesso tempo viola i principi di questa cultura a favore di un'etica diversa che appartiene forse al regista o forse ad una cultura, quella americana, che ha voluto omaggiare. Poco cambia, l'impatto alla fine è notevole ed il film è accattivante. Da segnalare, per onor di cronaca, l'esordio di un giovane Vigo Mortensen in un ruolo decisamente marginale. Voto: 7/7,5.
Purtroppo con Weir abbiamo gusti decisamente agli antipodi. Una brutta colonna sonora, per fortuna poco presente.
Bravo.
Efficace.
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