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La nave bianca

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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La recensione su La nave bianca

di fratellicapone
8 stelle

...per chi ama le navi è un buon film...

Film girato durante la guerra (1941) con la regia di Roberto Rossellini e Francesco De Robertis. E’ curioso che ci siano due registi ma De Robertis era un ufficiale di marina che già aveva realizzato pregevoli film sulla marina e sui sommergibili ed è probabile che la sua presenza sia stata necessaria perché è tutto girato a bordo di navi, prima navi da battaglia e poi una nave ospedale.

Il film è articolato in due parti. La prima si svolge su una grossa nave, forse un incrociatore o una corazzata, potentemente armata. La prima parte del film è quella che mi è più piaciuta perché è girata in tutti gli ambienti della nave e soprattutto nelle torri dei pezzi e nella centrale di tiro. Si vede tutto il complesso meccanismo per dirigere il tiro e per alimentare i grossi calibri con gli enormi proiettili. Qualcosa del genere l’ho potuta vedere, ma come un museo, sulla HMS Bristol ancorata stabilmente sul Tamigi.

Nella prima parte è tutto un’esibizione di potenza navale, torri di grossi calibri che brandeggiano, navi di ogni tipo nella loro livrea mimetica ormeggiate come possenti macchine da guerra printe a scattare contro il nemico. Le scene di battaglia riprese sono inserti girati nella battaglia di Punta Silo e di Capo Teulada, entrambe avvenute nel primo semestre dall’inizio della guerra. Purtroppo le cose erano già andate male per la marina all’epoca del film a seguito dell’assalto inglese sulla base di Taranto.

Da notare anche la vita di bordo, l’eleganza degli ufficiali, la loro sala da pranzo come un ristorante di lusso, le uniformi impeccabili. Ho sempre notato questo aspetto confrontandoli con i film americani dove lo stato maggiore della nave sembra essere molto più informale. I marinai, sono delle varie regioni italiane come si capisce dai dialetti, scrivono lettere a delle madrine di guerra, ragazze sconosciute che tramite i servizi della marina scrivevano a un marinaio e intrattenevano una fitta corrispondenza. Era un aiuto psicologico per chi non aveva nessuno che gli scriveva.

La seconda parte del film è dopo la battaglia, quando a seguito di un proiettile inglese che aveva colpito la nave italiana, un marinaio è rimasto ferito seriamente e viene fortunosamente trasferito su una nave ospedale, appunto la Nave Bianca. Bianca perché era completamente dipinta di bianco e con grosse croci rosse dipinte sul fumaiolo e e sui tetti del ponte, per sottrarla ad eventuali attacchi nemici.

La nave è un perfetto ospedale con i medici e le infermiere che pensano solo a far guarire i feriti ricoverati (magari fossero così gli ospedali adesso!) e alla fine il ferito più grave troverà nell’infermiera che lo accudisce la madrina con cui si scriveva e che non aveva potuto incontrare a Taranto per l’improvvisa partenza della sua nave.

Che dire altro, è un film di guerra e di umanità e, visto con gli occhi di ora, ne notiamo i limiti e le finalità celebrative. Ma visto con gli occhi di allora, di un paese in guerra di una guerra appena iniziata e che già andava male è un film del tutto meritevole.

Per quanto riguarda la realizzazione è uno splendido b/n anche ben conservato e gli interpreti, tutti membri dell’equipaggio, recitano se stessi con immediatezza e semplicità. L’unico difetto, secondo me, è la colonna sonora spesso troppo invasiva e roboante.

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