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Satyricon

Regia di Gian Luigi Polidoro vedi scheda film

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La recensione su Satyricon

di mm40
4 stelle

Si sa, questo è un film nato essenzialmente per una ripicca da parte di un produttore (Alfredo Bini) scaricato da Fellini, il quale aveva da tempo annunciato di stare lavorando sul Satyricon di Petronio Arbitro per la sua prossima pellicola. Quale migliore occasione, quindi, per produrre in tutta fretta un film dal medesimo titolo (il regista riminese aggiunse poi il suo cognome al titolo del suo lavoro) e che però anticipasse l'uscita del suo omonimo? Il Satyricon di Polidoro è piuttosto distante da quello di Fellini, come prevedibile, ma non è affatto un lavoraccio tirato via; oltre alla presenza di Franco Fabrizi ('abbandonato' dopo le ottime esperienze dei Vitelloni, del Bidone e di Cabiria) e di Ugo Tognazzi (sottoposto ai provini per il Satyricon felliniano e poi scartato), vanta un buon assortimento di costumi e scenografie (Flavio Mogherini) e la storia di Sonego, pur con qualche rozzezza e momento 'romanesco' odierno, dal vago sapore anacronistico, scorre senza colpo ferire per cento e dieci minuti (una tale linearità narrativa, è bene ricordarlo, il Fellini Satyricon non ce l'ha). Tognazzi fra l'altro, pur essendo la star annunciata della pellicola, entra in scena solamente dopo un'ora e vi rimane per poco più di 15 minuti; i veri protagonisti sono Fabrizi e Don Backy, non impeccabile, ed al loro fianco nella seconda metà del film compare Mario Carotenuto, bravo come sempre. Accuse di oscenità vennero a bloccare la diffusione di questo Satyricon, ma è piuttosto evidente che si trattasse in realtà di un'opera 'scomoda' a molti; Polidoro ha fatto certamente film migliori, ma questo non è nè una confusionaria sconcezza, nè un proto-decamerotico tirato via. 5/10.

Sulla trama

Antica Roma. Due amici, Ascilto ed Encolpio, girovagando incontrano l'affascinante Circe, il travestito Gitone, il millantatore Eumolpo e vengono pure invitati ad una sontuosa cena dal ricchissimo Trimalcione.

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