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Satyricon

Regia di Gian Luigi Polidoro vedi scheda film

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La recensione su Satyricon

di mmciak
6 stelle

"Satyricon" diretto nel 1969
da Gian Luigi Polidoro,
devo dire che mi ha divertito.

La storia si svolge nel periodo in cui
l'imperatore Nerone era al potere su Roma,
e racconta di Encolpio, fannullone e parassita e
l'amico Ascilto alla volta della villa di suo zio Anneo Mela.

Lì scopre d'essere diventato padrone di tutti i beni del parente,
suicida per volere di Nerone e praticamente eredita
una schiavetta che se ne innamora.

Però da quel momento Encolpio va incontro
a numerose avventure.

Il Film prodotto dalla Cineriz,  ed è basato sul Satyricon,
in maniera non fedele dell'opera latina di Petronio Arbitro,
e in cabina di regia figura Gian Luigi Polidoro al suo
6° Lungometraggio e realizza un prodotto che all'epoca
andava di moda,ma durante la visione ti accorgi che
sei di fronte a una Pellicola fuori di testa.

La cosa curiosa che uscì nei cinema nello stesso periodo in
cui veniva distribuito il "Satyricon" di Federico Fellini

Infatti comincia che ci sono questi due che si
incamminano e vanno in una destinazione
e trovano un sacco di impedimenti,
ma in fondo sono dei poveracci che vivono
di espedienti,ma improvvisamente arrivano
al Castello dello Zio e trovano tutti morti tranne
una bella schiavetta e uno di loro di nome
Ascilto si innamora,ma questo è un maschietto,
ma i suoi sentimenti non cambiano,
ed è interpretato da Don Backy,
in un ruolo inconsueto,e all'epoca
il Cantante dopo la rottura con il
Clan Celentano si era creato una carriera
di Attore e allora trovava scritture, e questa
a mio parere è la più delirante.

Insomma Polidoro mischia questo romanzo
grazie a Rodolfo Sonego che crea una sceneggiatura
che ha tutto un un sapore festoso
e carnevalesco, e gioca  con "La Commedia dell'assurdo",
in quel periodo che girava tutto intorno
a Nerone,dove ai due protagonisti
gli succede di tutto e dove è coraggioso
su certe cose nella Italia bacchettona di fine
anni '60.

Poi a livello estetico la messa in scena in
molti tratti è approssimativa e arrangiata,
ma il regista è bravo a incentrarsi sulla storia
dove a un certo punto punta sull'attrazione
di Ascilto verso la schiavetta,anche se poi
è un travestito,e lo fa patire fino a torturarsi,
quando lo molla per il suo migliore amico.

Però la scena che rimane impressa è
quando entra in scena il ricco Trimalcione
interpretato dall'immenso Ugo Tognazzi,
perché diverte e da solo prende tutta la scena,
e il personaggio fa un rito tutti i giorni
che finisce con la finta morte e dove
lo baciano tutti che dura 14 minuti
ma rimane memorabile.

Poi un altro personaggio che rimane impresso
è Eumolpo,interpretato dal sempre presente
Mario Carotenuto che anche per lui è un
ruolo inconsueto perché fa un uomo ambiguo,
un poeta che non ha soldi,buono d'animo ma
con le sue manie.

Poi figurano anche:

Franco Fabrizi-Tina Aumont:-
Francesco Pau-Graziella Granata
e Tito LeDuc.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la splendida musica del Maestro Carlo Rustichelli
e le scenografie colorate "da Circo" di Flavio Mogherini,
futuro regista.

In conclusione un Film divertente,
ma nello stesso tempo delirante
e esaurito, dove si gioca "Il Teatro
dell'assurdo" in maniera sublime,
dove c'è uno spirito carnevalesco
e anche disperato che però ha
un finale amaro che ti spiazza.

Il mio voto: 6 (Per simpatia).




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