Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
NOIR IN FESTIVAL 2021
George e Harry Dummurier gestiscono una nota clinica di San Francisco che tuttavia versa in condizioni finanziarie critiche. Circostanza che induce il primo a prodigarsi in fantomatiche dichiarazioni circa avveniristiche operazioni che l'ospedale sarebbe in procinto di fare, per richiamare su di sé l'attenzione mediatica, e quindi la clientela.
In famiglia, la vita di George si consuma tra un matrimonio con una moglie psichicamente instabile, reclusa nella clinica stessa, e un'amante che riesce a soddisfarlo decisamente in modo più adeguato.
Quando la moglie di George muore improvvisamente, e l'uomo scopre di essere beneficiario di una polizza sulla vita della consorte che gli consentirebbe di sistemare tutti i problemi finanziari della clinica, i sospetti che George sia il mandante di un omicidio travestito da morte per cause fisiche, diviene palese.
E anche il materializzarsi di una donna di nome Monique, del tutto identica alla moglie scomparsa, incrociata dal nostro uomo e dalla sua mante una sera a cena, non sembra affatto casuale.
Anzi proprio la donna sarà uno delle esche utilizzate dalla compagnia assicurativa per riaprire il caso sulla morte della donna, creando concrete circostanze per indicare in George come il mandante e forse anche l'esecutore dell'omicidio della consorte.
Si tratterà di scoprire un complotto ordito contro il povero George da una serie di suoi cari molto stretti, uno più insospettabile dell'altro.
L'affascinante Jean Sorel, la prorompente Marisa Mell nel doppio ruolo di Susan e Monica, e una sempre sofisticata Elsa Martinelli (impegnata per l'occasione anche in una incandescente scena lesbo con la prima, del tutto coerente col titolo del film, e che fece piuttosto scalpore all'epoca)sono i protagonisti efficacemente scelti per dar vita ad un thriller incalzante e ben diretto che costituisce l'esordio di Lucio Fulci nel genere giallo, e che rifugge sempre da ogni genere di ricorso ad effetti gore o a qualunque scena sanguinolenta. Puntando piuttosto su una trama ad incastro che risulta piuttosto avvincente, per quanto lambiccata e poco probabile.
Una trama che ricorda lo sdoppiamento hitchcockiano de La donna che visse due volte, suggerita pure nel lancio del film che incalzava con la frase sibillina e piuttosto fuorviante "Questo film comincia dove Hitchcock finisce"... ovvero con un lancio che forse risulta assolutamente inopportuno e per nulla veritiero, ma propenso ad incalzare una certa curiosità nello spettatore.
Il film godette di incassi notevoli, e rimane uno dei preferiti da Fulci stesso, che ne ha sempre rimarcato la complessità di scrittura e l'impegno per riuscire ad arrivare ad un finale incalzante, circostanza che in effetti risulta piuttosto riuscita nell'epilogo a sorpresa, risolutivo "al fotofinish".
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