Regia di Francesco Massaro vedi scheda film
Porcheriaccia che chiude significativamente la carriera di Massaro, regista di terz'ordine che ha avuto la fortuna di dirigere gente come Tognazzi, Chiari, ma anche Montagnani e Milian, ed è finito nel dimenticatoio dopo appena una manciata di titoli in poco più di un quindicennio. Qui gli elementi di interesse sono perfino più scarsi del solito, trattandosi di una commediola sentimentale di spessore televisivo con un cast in cui soltanto Placido e la De Sio sono considerabili attori (ma per lo meno Barbareschi viene doppiato, limitando i danni della sua prestazione). Ciò che vuole raccontarci la storia (di Massaro-Ferrini-Vanzina, occhio al terzo cognome, ma con una mano di Suso Cecchi D'Amico per il soggetto - presumibilmente la sinistra, mentre faceva altro) è un semplice turbine di amori e passioni che vanno e vengono nell'Italia rampante odierna; da questo punto di vista Ti presento un'amica è senza ombra di dubbio un film insignificante e bolso. Ma rivisto un quarto di secolo più tardi rivela un insospettabile spunto critico sociologico, certamente non voluto, che denuncia un'immobilità sentimentale di fondo da parte dei protagonisti, individualisti a caccia di partner senza mai credere realmente in ciò che fanno, impegnati piuttosto in una spasmodica ricerca di realizzazione professionale. E questa, se ci si pensa bene, è l'Italia da bere (ce l'hanno data a bere, altrochè) degli anni '80, quella delle grandi ladronerie craxiane e dell'ascesa fra debiti, evasione fiscale e mafia dell'impero economico-politico berlusconiano. Il trionfo dell'immagine (le dichiarazioni d'amore immediate come secchiate di acqua gelata, che nella pellicola non mancano) e della superficie (la creazione di una coppia di facciata, per quieto vivere e come status symbol sociale), mentre nel frattempo un istinto materiale lavora in sottofondo, consumando i singoli personaggi (frustrazioni ed ansie lavorative, obiettivi concreti come successo e ricchezza). Se tutto questo può sembrare davvero triste e penoso, ci si consoli almeno pensando che gli anni '80 sono finiti. 1,5/10.
Un'agente di moda, un affermato dottore, un'aspirante giornalista ed un attorucolo di serie B: si scatena il gioco delle coppie, fra passione, orgoglio e sogni di realizzazione, a tratti affettiva ma più spesso lavorativa.
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