Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Un bambino olandese viene deportato a Bergen-Belsen, dove perde i genitori ma riesce a sopravvivere fino alla fine della guerra. La visione della vita nel lager è tanto astratta ed edulcorata da far prevalere piuttosto l’aspetto metaforico (messo in rilievo dal titolo, che fa pensare a una discesa agli inferi e ritorno) e da indurre a considerare il film come un racconto di formazione, in cui un bambino è semplicemente costretto a maturare in condizioni difficili.
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