Jona Oberski ha quattro anni e vive ad Amsterdam con i genitori quando, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, la sua famiglia finisce nel campo di Bergen-Belsen. Qui Jona passerà tutta la guerra, in una baracca separata dai suoi genitori e costretto a crescere subendo angherie e violenze, e non solo dai suoi carcerieri. Dopo la morte del padre nel lager e quella della madre in un ospedale sovietico, Jona viene affidato dapprima alle cure di una ragazza e infine adottato da una matura coppia di Amsterdam. Il film è tratto dal libro autobiografico dello stesso Oberski, Anni d'infanzia e vi si attiene fedelmente. Faenza ha il pregio di mantenersi su un tono di asciutto realismo che non esclude la partecipazione emotiva. Non è tanto l'ennesimo film sull'Olocausto quanto la storia di una seconda nascita, come trapela dal titolo biblico, raccontata attraverso il punto di vista del bambino. Vibrante commento musicale di Ennio Morricone.
Se si guarda il film con l'occhio critico di chi già suppone cosa gli riserverà la pellicola, lo troverà brutto, inconsistente e già visto. Non siamo davanti ad una pellicola eccezionale ma stiamo guardando l'angoscia e l'orrore visti con gli occhi di un bambino: il pregio del film sta proprio nel vedere il tutto con lo sguardo disincantato ed infantile di Jonah che racconta l'intera vicenda… leggi tutto
Jona Oberski è un fisico nucleare olandese che ha raccontato la sua infanzia nel campo di concentramento di Bergen-Belsen nel romanzo Anni d'infanzia. Un bambino nei lager; il regista Faenza prende spunto da tale testo autobiografico e, con l'aiuto di Hugh Fleetwood, Joelle Mnouckine e Filippo Ottoni, scrive la sceneggiatura di questo Jona che visse nella balena, titolo dal riferimento… leggi tutto
Una delle più grosse difficolta di commentare un film tratto da un romanzo autobiografico senza averlo letto è che ci si imbatte d'inanzi una scena surreale o quasi ridicola non si capisce se sia colpa del regista o se davvero la realtà spesso è grottesca spesso se è filtrata dagli occhi di un bambino. Vidi il film a 13 anni e non mi piacque ancora adesso lo… leggi tutto
Una delle più grosse difficolta di commentare un film tratto da un romanzo autobiografico senza averlo letto è che ci si imbatte d'inanzi una scena surreale o quasi ridicola non si capisce se sia colpa del regista o se davvero la realtà spesso è grottesca spesso se è filtrata dagli occhi di un bambino. Vidi il film a 13 anni e non mi piacque ancora adesso lo…
Ci risiamo, ma questa volta si scende d'età. Chi ha detto che 10 anni siano necessariamente l'età della spensieratezza? Esiste una narrazione cinematografica altra che ci racconta storie diverse, fatte di…
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
Roberto Faenza confeziona un opera importante sulla tenacia dell'amore. Asciutto e intenso, riesce sempre a coinvolgere a volte a commuovere , specie là, dove è l'occhio del bambino che, guardando e ricordando, rappresenta, in modo del tutto soggettivo, quegli orrori quotidiani cui ha assistito. il film riassume ciò che il bambino ha passato e vissuto nei…
Se si guarda il film con l'occhio critico di chi già suppone cosa gli riserverà la pellicola, lo troverà brutto, inconsistente e già visto. Non siamo davanti ad una pellicola eccezionale ma stiamo guardando l'angoscia e l'orrore visti con gli occhi di un bambino: il pregio del film sta proprio nel vedere il tutto con lo sguardo disincantato ed infantile di Jonah che racconta l'intera vicenda…
Ho una visione particolare nel guardare un film. Dato che il mio tempo è estremamente prezioso per problemi familiari, quando mi metto davanti alla tv (i tempi del cinema di sala sono molto lontani) voglio…
Jona Oberski è un fisico nucleare olandese che ha raccontato la sua infanzia nel campo di concentramento di Bergen-Belsen nel romanzo Anni d'infanzia. Un bambino nei lager; il regista Faenza prende spunto da tale testo autobiografico e, con l'aiuto di Hugh Fleetwood, Joelle Mnouckine e Filippo Ottoni, scrive la sceneggiatura di questo Jona che visse nella balena, titolo dal riferimento…
Ho conservato una playlist che non è più reperibile nel sito.
(C’era una volta FilmTv) in Memoria Dell’Olocausto.
Ho chiesto a Yume il permesso di ripubblicarla
Appartiene a noi tutti.…
Una playlist dedicata ai film ambientati durante una guerra. Sia la prima guerra mondiale, la seconda o quella del Vietnam. Sono film che, nonostante tutto, dimostrando gli orrori della guerra, sulle cose ma anche…
Un bambino olandese viene deportato a Bergen-Belsen, dove perde i genitori ma riesce a sopravvivere fino alla fine della guerra. La visione della vita nel lager è tanto astratta ed edulcorata da far prevalere piuttosto l’aspetto metaforico (messo in rilievo dal titolo, che fa pensare a una discesa agli inferi e ritorno) e da indurre a considerare il film come un racconto di…
no comment...!!! trp bello , di sicuro è il secondo più bel film sull'olocausto , secondo me dopo quello di roberto benigni...cmq la sofferenza vista con gli occhi di un bambino è la cosa che colpisce di più , si vede la sofferenza, il disprezzo umano ecc... un misto di emozioni riassunte in un grande titolo "Jona che visse nella balena"..!!
Forse il miglior film di Faenza dopo Escalation, tratto dal libro di Jona Oberski. Faenza dovrebbe stare lontano dalla letteratura, e questa è una eccezione che conferma la regola. Qui ha saputo mediare bene, grazie anche ad un'ottima sceneggiatura con Ottoni ed altri. Non è la solita storia dell'olocausto, ma si riesce a mantenere nella psicologia del bambino che vive questo orrore con il…
Non solo il solito film sull'Olocausto, ma anche un racconto sul dolore vero, sull'abbandono, sulla crescita forzata, sulle brutture del mondo. Un film diretto, forte e duro, che fa riflettere e non lascia indifferenti.
La famiglia Oberski, padre madre e il piccolo Jona è una famiglia felice. Ma la felicità dura fino al giorno in cui ad Amsterdam si decide che non devono essere più venduti generi alimentari agli ebrei.
Il dramma della storia, che la voce fuori campo del giovane Jona ci racconta, non inizia quando con la madre vengono trascinati via dai “soldati vestiti di verde”; in quel caso…
Un film ottimo nel rappresentare la storia di una crescita non strettamente fisica, ma soprattutto interiore, di un bambino durante gli anni del nazismo in un campo di concentramento. Il film è molto asciutto e realistico, non si sofferma sugli elementi melodrammatici ma agli aspetti psicologici e concreti. E' un film realizzato da un italiano...chi l'avrebbe mai detto? La storia è ben…
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Commenti (1) vedi tutti
VOTO : 6++ Discreto prodotto, che comunque non è riuscito ad emozionarmi fino in fondo come è capitato per altri film sull'argomento.
commento di supadany